Sono stati più di 10.000 i bambini e i ragazzi seguiti nel 2015 dalle attività del progetto “Bambini e Carcere” (leggi l’articolo), attraverso la costante presenza di 224 volontari adeguatamente formati e preparati, in 18 istituti penitenziari in ogni parte d’Italia. Ciò grazie al protocollo d’intesa per la tutela e la promozione dei diritti dei minori e degli adolescenti coinvolti in situazioni di detenzione genitoriale sottoscritto nel 2013 dal Ministero della Giustizia e dal Telefono Azzurro e rinnovato ieri.
Come ha spiegato Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro e docente di Neuropsichiatria Infantile: «Il progetto Bambini e Carcere ha l’obiettivo di favorire il rapporto dei minori con i genitori detenuti, anche in un contesto come la realtà carceraria spesso difficile da comprendere, soprattutto per un bambino».
Tale progetto si muove su un duplice fronte: la fase del “Nido” che permette ai bimbi di passare i primi anni (0-6) con la mamma in carcere in una situazione affettiva, logistica e organizzativa a misura di bambino, e la “Ludoteca” che consente di limitare l’impatto con la forte realtà carceraria al momento del colloquio con il genitore detenuto.
In questo contesto i volontari svolgono diverse attività che vanno dai giochi ai laboratori di scrittura, dall’animazione all’assistenza, ma anche momenti di confronto con la famiglia, con l’unico intento di realizzare un ambiente sereno e accogliente per i bambini facilitando il rapporto con la madre o il padre e rendendo meno traumatica la convivenza in una struttura penitenziaria.