Recuperare i pasti già pronti e non consumati per metterli a disposizione di persone meno abbienti e allo stesso tempo dare agli studenti un’occasione di crescita personale attraverso un’esperienza di volontariato.
Sono questi i fondamenti dell’iniziativa promossa dall’Azienda per il diritto agli studi (Adsu) di Teramo che da questa settimana ha dato via alla “Mensa solidale”.
L’iniziativa, presentata nei giorni scorsi nel capoluogo teramano dall’Adsu e dalla cooperativa Blue Line che si occuperò del servizio, ruota intorno ai temi dell’integrazione sociale e della lotta agli sprechi alimentari.
L’idea è semplice. All’interno della mensa vengono preparati circa 35 mila pasti all’anno, circa 600 al giorno. Quelli che non vengono utilizzati, circa 50, verranno distribuiti ai più poveri attraverso la mensa solidale realizzata nei locali del mercato ortofrutticolo di piazza Verdi a Teramo.
Per il momento la mensa sarà attiva nei giorni di martedì e giovedì, dalle 19 alle 20, ma non è escluso che in futuro, se il progetto dovesse risultare vincente, la mensa possa essere aperta per più giorni alla settimana.
Molto dipenderà anche dalla generosità degli studenti che sono chiamati dall’Adsu a prestare la propria disponibilità come volontari. Per partecipare è necessario registrarsi sul sito Adsu al seguente link: https://adsute-ol.dirittoallostudio.it/istud/ e accedere nella sezione “mensa solidale” per prenotare la propria disponibilità sul calendario.
«Si tratta di un progetto», ha spiegato il presidente dell’Adsu Paolo Berdinelli, «reso possibile grazie alla sinergia tra Università, Adsu e Comune, la stessa che permetterà di realizzare la residenza studentesca nei locali dell’ex Rettorato in viale Crucioli».
«Anche un servizio apparentemente banale», ha aggiunto il rettore dell’Ateneo teramano Luciano D’Amico, «come la mensa, può trasformarsi in un progetto strategico che raggiunge più di un obiettivo: inclusione sociale, rispetto per l’ambiente, ma anche riduzione dei costi, perché tutto lo scarto verrà trattato nelle compostiere dell’Unite. Il progetto è stato finanziato con 30 mila euro: in questo modo ci sarà anche un risparmio, perché si beneficerà di una riduzione sulla tassa sui rifiuti».