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Tiberio Bentivoglio ed Enza Falsone: quando la ‘ndrangheta non ce la fa

La ‘ndrangheta questa volta non ce l’ha fatta, non ha fermato la tenacia di Tiberio Bentivoglio e della sua consorte Enza Falsone, entrambi imprenditori di un negozio di articoli sanitari, il “Sant’Elia”, nel cuore di Reggio Calabria e dato alle fiamme circa due settimane fa.

Ieri, infatti, l’inaugurazione del nuovo punto vendita sul lungomare calabrese e proprio nei locali confiscati alla criminalità organizzata che lo Stato ha dato in affitto a Tiberio Bentivoglio.

Ad accoglierlo un mare di folla, gli attivisti di Libera capitanati da don Luigi Ciotti. C’era anche Lapo Elkann. E tanti, tantissimi, reggini stanchi delle prepotenze della ‘ndrangheta, dei soprusi che troppe volte hanno visto accadere, hanno sentito raccontare, hanno vissuto in prima persona.

Esattamente come Tiberio Bentivoglio, che è sopravvissuto agli avvertimenti, alle minacce, agli incendi dolosi, ai tentati omicidi scampando alla pallottola fatale.

Se non avesse avuto tanto coraggio, tanta tenacia, oggi staremmo raccontando una storia diversa e invece ieri abbiamo assistito a una sorta di “festa del popolo”, di rivincita, di prova che opporsi alle mafie si può.

In tal senso sono giunte puntuali le parole di don Ciotti: «Questo negozio non appartiene solo a voi, ma a tutta la comunità dei reggini onesti. Appartiene a Reggio, a tutti quei cittadini che si sono stretti a voi, come ad altri che si sono ribellati alla violenza e all’intimidazione. Ancora una volta dobbiamo dire forte no alla ‘ndrangheta, no alle mafie e alla corruzione».

Anche il famoso imprenditore Lapo Elkann non è mancato – impegnato attualmente in un progetto a favore della gente di Scampia, nel napoletano – come hanno fatto sentire la loro presenza i vertici delle forze dell’ordine e della magistratura.

Complessivamente sono 24 anni che Tiberio Bentivoglio ed Enza Falsone lottano contro la ‘ndrangheta e sono 24 anni che la ‘ndrangheta non vince.

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Redazione