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Tigri a rischio d’estinzione, in natura ne rimangono meno di 4 mila esemplari

Le tigri sono tra gli animali selvatici a maggior rischio d’estinzione con meno di 4 mila esemplari rimasti in natura e più di 100 uccisi e commerciati illegalmente ogni anno.

A lanciare l’allarme è un recente rapporto del  network Traffic, del quale fa parte il WWF, diffuso nel corso della Conferenza internazionale di Hanoi, in Vietnam, sul commercio illegale di fauna selvatica, organizzata dall’ambasciata britannica in Vietnam e dall’Amministrazione forestale del Paese.

Alla conferenza era presente anche il principe inglese William che ha chiesto al governo vietnamita di rafforzare la lotta al traffico illegale di animali. Obiettivo pienamente in linea con l’intento della conferenza ossia quello di aiutare a sradicare il commercio illegale di fauna selvatica e proteggere meglio le specie selvatiche dalla minaccia di estinzione riunendo un’ampia cerchia di esponenti globali.

Gli esperti insieme al principe hanno puntato il dito contro l’espansione delle tiger farms, così chiamate per distinguerle dai bioparchi e dai centri di riproduzione delle tigri a fini di conservazione, che giocano un ruolo determinante nell’alimentare il traffico di questo grande felino, in particolare in molti Paesi del Sud-Est asiatico.

Il rapporto, infatti, denuncia che da questi centri di allevamento proviene una parte consistente di pelli, ossa, artigli di tigre sequestrati dal 2000, in media due animali a settimana uccisi. Tra il 2000 e il 2003 solo il 2% delle parti di tigre sequestrate veniva dalle tiger farms, percentuale salita al 30% nel periodo 2012-2015. Lo studio ha acceso i riflettori soprattutto su Thailandia, Laos e Vietnam.

Nello scorso mese di giugno, in Thailandia la polizia ha condotto un’operazione in una tiger farm che ci aiuta a capire l’estensione di questi centri illegali: all’interno gli agenti hanno rinvenuto 137 tigri, tenute in condizioni drammatiche, insieme ai resti di 40 cuccioli conservati in un congelatore e i resti di altri 30 stipati in contenitori di vetro; inoltre erano presenti oltre 1000 amuleti realizzati con pelle di tigre.

Come ha affermato Michael Baltzer, a capo della Tigers Alive Initiative del WWF: «La chiusura delle tiger farms contribuirebbe enormemente al recupero delle tigri che sopravvivono tra mille difficoltà allo stato selvatico».

 

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Redazione