Qualche settimana fa ho partecipato a una presentazione del libro di Francesca Vecchioni, “T’innamorerai senza pensare” (Mondadori 2015). Confesso di essere stato attratto in primo luogo dal cognome dell’autrice, la figlia di Roberto – il professore/cantautore – e, in secondo luogo, dal tema trattato: l’omosessualità. E così ho avuto modo di scoprire una persona interessante, in grado di raccontare storie coinvolgenti e di dialogare con il pubblico con semplicità e naturalezza.
Qualche giorno dopo ho letto il libro e mi sono immerso nel racconto della “storia di Francesca”. La narrazione segue le fasi di vita dell’Autrice: un’infanzia da maschiaccio (“io ero il capo, non mi chiedete perché, non ero la più grande, avevamo su per giù la stessa età. Ma io avevo la fionda”); i primi amori (“in seconda media, durante una romantica tempesta ormonale, ebbi un’apparizione biondo cenere”); lo studio (“… e così da Giurisprudenza passai a Scienze Politiche. Avevo dato nove esami in due anni, non molto ma qualcosa; me ne accettarono la metà meno mezzo”); il lavoro (“in realtà iniziai facendo la cameriera ai tavoli…”); la malattia (“ero arrivata in pronto soccorso due sere prima della crisi vera”); la maternità (“io ho sempre voluto essere madre, ho sempre immaginato di avere una famiglia numerosa come quella in cui sono cresciuta”); la nascita delle gemelle (“sono il frutto di un amore fertile”).
E in questa storia si affacciano, più o meno discretamente, grandi personaggi, dal nonno “conte” – appassionato di cavalli – al nonno “colonnello”, dalla madre protagonista degli appuntamenti mondani dei salotti romani, al padre spesso lontano ma allo stesso tempo presente e complice. Non mancano episodi divertenti e neppure vicende intime. A quest’ultima categoria certamente appartengono le pagine dedicate al desiderio di maternità, ai tentativi di inseminazione, alla gravidanza e al parto.
Una storia narrata con leggerezza e garbo, ma anche con passione e trasporto, con profondità e capacità introspettiva, sempre con un tocco di disincanto e ironia. È la storia di una donna omosessuale, una “donna che ama le donne” – come lei stessa si definisce –, che sceglie di condividere con il lettore le tappe fondamentali della propria vita. Ma la chiave della narrazione è il “racconto privato”, fatto di episodi, incontri, persone. Non si tratta di un libro sull’omosessualità quanto della storia dei primi quarant’anni di una persona omosessuale, laddove l’accento è posto sul termine “persona”. E come tutte le persone anche Francesca si misura con le difficoltà della vita, chiamando il lettore a farne parte, ad affrontarle insieme a lei.
Fin qui la “storia di Francesca”, che si conclude con una Postfazione illuminante: “Devo fare una precisazione importante alla storia che ho raccontato. Io sono una persona fortunata; sono stata fortunata ad avere dei genitori come i miei, dei fratelli, dei parenti e degli amici che non mi hanno mai fatta sentire sola o diversa o, peggio, malata. Eppure vi garantisco che non è questa la norma”.
Questa consapevolezza, credo, abbia motivato la seconda parte del volume che oserei definire “pedagogica”. Il titolo, con la consueta ironia, ne definisce l’orizzonte: “Manuale di sopravvivenza per eterosessuali”. Venti pagine utilissime per mettere da parte stereotipi e luoghi comuni e guardare con occhi limpidi gli orientamenti sessuali delle persone.
“T’innamorerai senza pensare” è, in definitiva, un racconto gradevole, ben scritto, a tratti intrigante, che affronta l’omosessualità e, in generale, le diversità con un approccio originale.
Infine un invito ai lettori: non trascurate le due pagine dedicate ai ringraziamenti, fanno parte integrante del racconto e ricordate che i proventi della vendita del libro sono devoluti all’associazione Diversity.