La tiroide è una ghiandola fondamentale per il funzionamento dell’organismo umano. Situata anteriormente rispetto alla laringe e alla trachea, la tiroide è composta di due lobi, uno destro e uno sinistro, congiunti da una porzione trasversale detta istmo: questa particolarità anatomica conferisce alla tiroide un aspetto simile ad una “H” ed è chiamata anche “a farfalla“.
Questa ghiandola ricopre un ruolo fisiologico estremamente importante, poiché influenza direttamente lo sviluppo scheletrico e cerebrale, partecipa alla regolazione del metabolismo corporeo tiroideo e allo sviluppo di pelle, apparato pilifero e organi genitali.
Produce due principali tipi di ormoni: gli ormoni tiroidei propriamente detti, e la calcitonina.
Gli ormoni tiroidei sono le iodotironine triiodotironina (T3) e la tetraiodotironina o tiroxina (T4), che regolano la normale crescita e la differenziazione cellulare nelle prime fasi di vita e l’equilibrio energetico e metabolico nelle persone adulte.
La sintesi degli ormoni tiroidei necessita di alcuni attori principali, cioè lo iodio, la tireoglobulina e l’enzima perossidasi tiroidea.
La ghiandola tiroide può essere colpita da numerose patologie, che riguardano sia la sua struttura fisica (ingrandimento, atrofia, formazione di noduli tiroidei benigni o maligni al suo interno) sia la sua funzione secretoria ormonale (ipofunzione o ipotiroidismo, iperfunzione o ipertiroidismo).
Per rilevare entrambi i casi vengono prescritte analisi del sangue specifiche e il medico specializzato è l’endocrinologo, che potrà effettuare anche l’ecografia della ghiandola o prescrivere la scintigrafia.
Ricordando che in ogni caso è necessario rivolgersi all’endocrinologo, segnaliamo alcuni dei disturbi più diffusi con il malfunzionamento della ghiandola tiroidea.
In caso di ipertiroidismo: tachicardia (aumento della frequenza cardiaca), cardiopalmo (sensazione di cuore in gola o di “farfalle nel petto”), ipertensione (aumento della pressione arteriosa), instabilità mentale con alternanza di crisi di pianto e di riso, irrequietezza, nervosismo, irritabilità, tremore delle mani, disturbi del sonno, ipostenia (debolezza muscolare), mialgie (dolori muscolari), orticaria con eruzioni cutanee, aumento dell’appetito e della sete, perdita di peso, feci molli e scariche frequenti, disturbi del ciclo mestruale, con cicli irregolari, menorragie o metrorragie.
Invece in caso di ipotiroidismo segnaliamo: aumento ponderale (tendenza ad ingrassare, con aumento del peso anche in poche settimane), capelli secchi e fragili che cadono più facilmente, pelle secca, di consistenza pastosa, tendenza alla stipsi (stitichezza), intolleranza al freddo, presenza di formicolio notturno e intorpidimento a mani e braccia a causa di un aumento dell’incidenza di sindrome del tunnel carpale, ipoacusia (calo dell’udito), disturbi del ciclo mestruale con riduzione del ciclo o vera e propria amenorrea, diminuzione della libido, astenia, cioè grande stanchezza e spossatezza, calo della frequenza cardiaca (bradicardia), extrasistoli (battiti cardiaci anomali, “fuori ritmo”), dislipidemie (aumento del colesterolo, ipertrigliceridemia, riduzione dell’HDL), mancanza di memoria e di concentrazione, umore depresso, possibili attacchi d’ansia e attacchi di panico, cambio della personalità (ad esempio da estroverso a introverso), espressione facciale apatica (facies ipotiroidea).
La cura è certamente possibile, nel primo caso con una terapia che mira a bloccare la sintesi degli ormoni tiroidei, nel secondo invece somministrandoli (il più utilizzato è la levotiroxina L-T4).