Il classico suono del “toc toc” da tempo ormai è stato sostituito dal trillo dei messaggi con le più svariate suonerie. Se un tempo i rapporti umani erano basati sul contatto diretto e per sapere come stava un vicino di casa, o semplicemente per chiedere qualcosa in prestito o organizzare una gita si bussava alla porta o suonava al campanello, oggi la Rete e gli smartphone hanno sostituito in tutto e per tutto il nostro modo di comunicare con l’esterno, allontanandoci sempre di più da chi ci è più vicino fisicamente.
Molti di noi, infatti, soprattutto tra i più giovani, sono soliti magari chattare con persone che si trovano dall’altro capo del mondo o con “amici” conosciuti solo sul web, mentre considerano sconosciuti coloro che abitano sullo stesso pianerottolo del condominio.
Se è vero che da tempo esistono le chat di gruppo, che riuniscono genitori, amici, condomini o componenti di una stessa squadra di calcio, è altrettanto vero che lo spirito di comunità si è andato perdendo sempre di più ed è possibile ritrovarlo solo quando si fa visita agli anziani nonni che vivono nel paesino di montagna. E’ lì che ancora le persone si conoscono tutte per nome, che sono ancora abituate a bussare alle porte o a scambiarsi informazioni al bar, in piazza o fuori da una chiesa.
E’ alla luce di tutte queste riflessione che è nata Toctocdoor, una startup creata con l’obiettivo di dar vita a un social network di quartiere, unendo la necessità di mantenere il legame con la propria comunità di appartenenza alla fisiologica esigenza di essere al passo con i tempi.
«E’ sempre più difficile, oggi, rinvenire questo spirito di comunità nel tessuto urbano sfibrato e autistico delle nostre città», spiegano i promotori dell’iniziativa, «se non in piccoli contesti associativi. Toctocdoor, con la sua piattaforma digitale, facile e accessibile, vuole portare la socialità oltre questi confini, nello spazio più prossimo a sé: il condominio, la strada, per trasformare le utilities in humanities.
Toctocdoor consente di condividere esperienze, dare e ricevere informazioni sul quartiere, ottenere aggiornamenti sui servizi pubblici e in tema di sicurezza, pianificare un’uscita in bicicletta, scoprire chi condivide le proprie passioni e molto altro ancora.
Il tutto a partire dal proprio indirizzo di casa, che consente così di geolocalizzare tutti gli utenti iscritti alla piattaforma e che vivono nelle immediate vicinanze.
«Toctocdoor intende recuperare un pezzo della nostra identità per uscire dallo spaesamento di questi tempi», aggiungono i fondatori della startup, «da questa bolla di solitudine global per provare a tessere il filo di una nuova e più autentica socialità, di un nuovo rinascimento. Un social vero, dunque, che restituisce finalmente valore alle relazioni reali, non virtuali, che connette persone in carne e ossa, non avatar. Da una società liquida ad una solida, fatta di strette di mano e non di like».
La startup ha da pochi giorni avviato il suo primo test nel centro di Torino e sta stringendo legami di collaborazione e dialogo con le realtà associative, con l’amministrazione comunale e con le altre startup innovative che operano sul territorio.