16 febbraio 2005 – Entra in vigore in via definitiva il “Protocollo di Kyoto“, redatto nella città giapponese allo scopo di prendere delle misure ambientali nell’ambito del riscaldamento globale e ridurre quindi l’emissione dei gas serra, tra i principali responsabili del cambiamento climatico. Il trattato si rivolge in particolare ai Paesi già economicamente sviluppati, indicati come i primi responsabili della situazione, mentre per quelli in via di sviluppo le misure sono minori.
L’obbligo consiste nel ridurre nel periodo 2008-2012 le emissioni di anidride carbonica e altri cinque gas serra (metano, ossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi ed esafluoruro di zolfo).
L’Unione Europea aderisce piuttosto compatta, consapevole di godere di uno sviluppo economico alto. Gli Stati Uniti, invece, si sottraggono all’impegno benché responsabili del 36,2% del totale delle emissioni di biossido di carbonio. Per India e Cina, aderenti al protocollo, sono previste misure più morbide perché non sono considerate le responsabili della situazione ambientale.
Il protocollo di Kyoto si sviluppa in diverse fasi accompagnate da vertici e incontri tra i Paesi sottoscriventi e si conclude con la deludente Cop18 di Doham, in Quatar. Qui viene approvato un documento finale che cambia i buoni propositi stabiliti a Kyoto e consente parametri meno vincolanti, nonostante gran parte del mondo scientifico sostenga che il problema del riscaldamento globale sia qualcosa di estremamente urgente da affrontare.