Secondo una ricerca condotta dall’Università degli Studi di Milano la mortalità per tumore nell’Unione Europea durante questo 2017 diminuirà, ma più velocemente per gli uomini che per le donne. Una notizia che non ci si aspettava. Normalmente le cifre hanno mostrato nel tempo una prevalenza di mortalità maschile. Ma lo studio coordinato da Carlo La Vecchia, epidemiologo nella stessa Università degli Studi di Milano – e pubblicato su Annals of Oncology nonché sostenuto dall’Airc – ci spiega il perché: «Il fatto che le diminuzioni dei tassi di mortalità siano minori nelle donne rispetto agli uomini essenzialmente riflette i diversi andamenti di mortalità del tumore del polmone e dei tumori correlati al fumo fra i due sessi. Infatti i tassi di mortalità per cancro al polmone nelle donne sono in continuo aumento rispetto al 2012; abbiamo predetto un aumento di circa il 5% per quest’anno e un tasso di 14,5 per 100.000 donne; al contrario, negli uomini il tasso di mortalità per il tumore del polmone diminuirà dell’11%, raggiungendo un valore di 33 per 100.000». Dunque il fumo diviene in tal senso un fattore determinante e le donne ne patiscono di conseguenza le maggiori dannose conseguenze.
In senso più generico, dallo studio, è possibile asserire che rispetto al 2012 i tassi di mortalità per tumore negli uomini si ridurranno intorno all’8% mentre nelle donne il calo sarà della metà, il 4%. Volendo essere ancora più precisi, il cancro al polmone – tra uomini e donne – comporterà il decesso del 20% tra i tumori.
A scanso di equivoci, precisiamo che lo studio sottolinea come il fumo sia dannoso per tutti e che la mortalità non ha nulla a che fare con una maggiore resistenza agli agenti cancerogeni dell’uomo rispetto alla donna. Semplicemente, nel tempo si sono verificati dei cambiamenti nello stile di vita delle donne soprattutto nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 44 anni, il che spiega l’impennata.
Ma non solo polmoni. Lo studio ha infatti esaminato i tassi di mortalità tra gli Stati membri Ue scegliendo poi 5 Paesi più il Regno Unito – Francia, Germania, Italia, Polonia e Spagna – e per il settimo anno consecutivo ha preso in considerazione i tipi di tumore più diffusi: stomaco, intestino, pancreas, polmone, prostata (per gli uomini) mammella e utero (per le donne) e leucemie. La stima dell’accreditato studio fa ben sperare perché si prevede che la mortalità scenderà per tutti i tipi di tumori citati, con l’eccezione di quello al polmone, come abbiamo detto, e quello del pancreas, particolarmente aggressivo e difficile da trattare a livello terapeutico.
Nel dettaglio, forniamo dei numeri. Si prevedono 76.100 decessi negli uomini (10,3 per 100.000) e 43.800 donne (5,6 per 100.000) per tumore al pancreas nel 2017. Quindi, mentre per gli uomini la situazione risulta essere immutata rispetto al passato nelle donne c’è da segnalare un aumento pari al 3,5%. Le cause di tale innalzamento secondo gli studiosi sono da imputarsi di nuovo al tabacco, fattore di rischio principale per questo tipo di tumore, ma anche dal sovrappeso, dall’obesità e dal diabete, soprattutto nel Nord Europa dove il tipo di alimentazione risulta sbilanciata.
Sicuramente, ricorda lo studio, se consideriamo l’arco temporale che del 1998 arriva ad oggi si può affermare con una certa sicurezza che sono state evitate più di 4 milioni di decessi per tumore. È facilmente intuibile come un risultato così positivo sia figlio dei piani di prevenzione, le nuove tecnologie e metodologie applicate per ogni singolo tumore, una maggiore consapevolezza tra la gente che si è sottoposta in maniera più frequente agli screening.
Sempre facendo riferimento alle previsioni per il 2017 lo studio conforta sui tumori alla mammella nell’Europa Unita. Le cause di morte per tale patologia continueranno a scendere con circa 92.000 decessi (14 per 100.000), il che sarebbe una vittoria dal momento che il tumore al seno in passato aveva un tasso di mortalità molto elevato.
Per quanto riguarda il cancro al colon-retto, anche qui il professor La Vecchia ha stimato una rassicurante discesa per entrambi i sessi: 16,1 e 9,3 per 100.000 negli uomini e nelle donne, rispettivamente, che corrispondono a 97.100 decessi negli uomini e 78.600 nelle donne, vale a dire circa il 13% del totale delle morti per tumore.
Pertanto, Carlo La Vecchia spiega: «Il fatto che siamo riusciti a evitare oltre 4 milioni di decessi per cancro negli ultimi 30 anni dimostra l’efficacia delle strategie per prevenire, diagnosticare e meglio trattare i tumori. Oltre a contenere l’uso del tabacco, ridurre quello dell’alcol ed evitare il sovrappeso, occorre ottimizzare lo screening dei tumori del colon-retto, lo screening e la terapia del tumore della mammella, e la terapia delle leucemie e degli altri tumori curabili. Ciò deve avvenire in tutta Europa, in quanto vi è ancora troppa variabilità nei tassi di mortalità tra i Paesi, in particolare tra Europa orientale e occidentale».
Mentre, il co-autore Matteo Malvezzi, titolare di un progetto SIR 2014, erogato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha aggiunto: «Il persistente aumento previsto per i tassi di mortalità dei tumori del polmone e del pancreas nelle donne conferma la necessità di un efficace controllo del tabagismo nelle donne europee, al fine di raggiungere, come per gli uomini, un livellamento e un conseguente calo dei tassi di mortalità per i tumori femminili correlati al tabacco».