L’Organizzazione Mondiale della Sanità torna, con i suoi dati e le sue stime, a spiegare come il Paese in cui si vive faccia la differenza tra la vita e la morte. Una questione di accesso alle cure, semplicemente, per cui dove la copertura sanitaria è inefficiente si è spesso condannati a soccombere.
Secondo l’Oms nel 2030 ci troveremo di fronte a una situazione drammatica: saranno diagnosticati 21,4 milioni di tumori, una cifra doppia rispetto ai dati del 2008. Le cause di una stima così alta vanno rintracciate nell’ineguaglianza sociale che genererà nei Paesi a basso e medio reddito tra il 60 e il 70% dei tumori globali. In particolare, l’Oms si sofferma a parlare di tumori pediatrici: al momento, infatti, circa l’80% dei casi diagnosticati si riscontra nelle aree del mondo più povere. In Occidente sopravvive il 75-85% dei bambini a cui viene diagnosticato un cancro, nei Paesi con gravi problemi economici solo una media compresa tra il 20 e il 50%.
La problematica principale è legata alle diagnosi tardive ma anche all’impossibilità di dare una certa continuità alle cure per difficoltà economiche. Una questione che riguarda anche l’Italia, ha spiegato l’Oms, perché, benché il nostro sistema sanitario sia pubblico, in realtà è la sanità stessa a mancare di risorse, e spesso anche le cure diventano economicamente insostenibili per le famiglie.
In prima linea contro un dramma del genere si è schierata l’associazione umanitaria laica e indipendente Soleterre, un nome non casuale che sta proprio a significare la volontà di lavorare nelle “terre sole”, abbandonate, per garantire il diritto alla salute soprattutto alle persone più bisognose.
Damiano Rizzi ne è il presidente, e ha dichiarato: «Sconfiggere il cancro è una delle più grandi sfide per la salute dell’intero genere umano, nel nostro lavoro abbiamo toccato con mano come la possibilità di ammalarsi di cancro e di curarsi dipenda da diversi fattori sociali, ambientali, economici e politici. Dal nostro osservatorio è più che mai chiaro come solo sistemi sanitari pubblici, finanziati con la fiscalità generale e gestiti da una pluralità di soggetti, con il diretto coinvolgimento dei cittadini, siano la sola risposta credibile per arginare le morti dei prossimi anni. L’ineguaglianza nella cura del cancro appare evidente nei Paesi in via di sviluppo, ma se il nostro sistema sanitario pubblico non verrà nutrito delle risorse umane ed economiche necessarie, anche in Italia guarire dal cancro diventerà una questione di ricchi e poveri».
Una dichiarazione, questa, che rafforza quanto stimato dall’Oms. Per questa ragione Soleterre ha dato vita al Programma Internazionale per l’Oncologia Pediatrica (PIOP), cioè un tipo di intervento che si indirizza verso molteplici aspetti, contemplando azioni di educazione alla salute, la diagnosi precoce, un ausilio di tipo psico-socio-educativo e accoglienza. Già nel 2015 il PIOP ha salvato numerose vite, portando il proprio sostegno in Italia, Ucraina, Marocco, Costa d’Avorio, Uganda e India. In totale ha assistito 18.000 persone.
Di fronte alla cruda realtà quotidiana, all’ingiustizia delle diseguaglianze sociali che determinano il destino di ciascuno di noi, ai dati e alle stime dell’Oms, il lavoro di Soloterre è certamente una risorsa determinante e – si auspica – ripetibile nel futuro più immediato da altre realtà.