È stato ideato un innovativo e rivoluzionario test del sangue per poter trovare in fase molto precoce e ancora asintomatica alcuni tra i tumori più aggressivi: seno, colon-retto, polmone e ovaie.
Il test è stato messo a punto da un team di ricercatori della John Hopkins University di Baltimora (Usa) con a capo Victor Velculescu, docente di oncologia all’Università, e si basa sull’individuazione nel sangue di piccolissime parti di DNA cancerogeno.
Per ogni esame, infatti, il DNA viene sequenziato ben 30.000 volte creando quindi una ricerca serrata dei biomarcatori anche flebili, quelli che appaiono quando è già nato il cancro ma è ancora in fase così precoce da essere assolutamente asintomatico.
I risultati di questo test, detto anche biopsia liquida perché non effettuato su tessuti, sono stati pubblicati sulla rivista Science Translational Medicine e afferma lo stesso professor Velculescu: «Questo studio dimostra che l’individuazione del cancro sfruttando i cambiamenti del DNA nel sangue è fattibile e che il nostro metodo di sequenziamento ad alta precisione è un approccio promettente per raggiungere questo obiettivo».
In generale le biopsie liquide già in uso o in fase sperimentale, infatti, sono in grado solo di trovare tumori in fase più avanzata e attestare se le terapie in corso facciano effetto.
Quella messa a punto dal team di Baltimora, invece, sarebbe una grande innovazione in campo diagnostico, perché permetterebbe di cercare non solo i tumori di cui abbiamo detto all’inizio ma qualunque tipo di tumore. Il test, infatti, alle prime sperimentazioni è riuscito a trovare in media la metà dei tumori in fase precoce e quasi tutti quelli in stadio avanzato, ma soprattutto non ha dato “falsi positivi“, vale a dire che non ha dato adito a diagnosi sbagliate se il tumore non c’era.
Conclude il professor Velculescu: «È facile trovare le mutazioni del cancro se sai già cosa stai cercando: per questo la nostra sfida è stata sviluppare un test del sangue che potesse predire la presenza probabile di un tumore senza conoscere in partenza le mutazioni genetiche presenti nel singolo paziente».
La speranza avanza. Il male del secolo ha, probabilmente, gli anni contati.