Quello che è accaduto in Tunisia pochi giorni fa è un passo storico: il parlamento ha approvato una legge contro la violenza e i maltrattamenti sulle donne e per la parità di genere.
La legge ha avuto un iter lungo e pieno di ostacoli, rinvii e odore di fallimento e di chiusura; invece a sorpresa il parlamento tunisino – composto per il 34% da donne – l’ha approvata all’unanimità con 146 voti a favore. La nuova legge è composta da 43 articoli divisi in 5 capitoli e sono costituiti da misure che possono contrastare qualsiasi forma di violenza o sopruso basato sul genere. L’obiettivo del testo è quello di garantire alle donne rispetto e dignità e assicurare l’uguaglianza tra i sessi, quella che viene garantita dalla Costituzione tunisina stessa, che è la più avanzata nel mondo arabo.
L’approccio generale della legge si basa sulla prevenzione, sulla protezione delle vittime e sulla punizione dei colpevoli e, inoltre, cerca di eliminare ogni forma di disuguaglianza tra i sessi anche sul lavoro e quindi, a parità di mansioni, anche sulla retribuzione dello stesso.
Per la Tunisia è soprattutto una grande vittoria la soppressione dell’articolo 227bis del Codice penale, il quale prevedeva una sorta di “perdono” per gli stupratori di una minore di 15 anni in caso di matrimonio con la vittima, una specie di riparazione per il delitto commesso. In Italia il matrimonio riparatore fu abrogato nel 1981.
La nuova legge invece prevede pene molto severe per gli stupratori senza alcuna possibilità di fare ammenda e di sfuggire con contorti cavilli.
Ha dichiarato la deputata indipendente Bochra Bel Haj Hmida: «La versione del testo votata in Parlamento risponde alle aspettative delle donne e della società civile che si sono mobilitate per vent’anni per ottenere questo risultato».
Resta ancora molto da fare perché la legge non accenna a quanti fondi si stanzieranno per renderla attiva e come le parole si trasformeranno in fatti. Non dice come e se verrà cambiato il sistema di welfare con personale adeguato e preparato. Sì, ma intanto un passo importante è stato fatto e ci auguriamo che questo sia un esempio per tutti i Paesi che vogliano costruire un futuro fatto di pace e diritti tra i loro popoli.