Domani, 15 novembre, a Bologna, nell’area del mercato ortofrutticolo Caab, aprirà al pubblico Fico Eataly World (qui il sito) e sarà il più grande parco agroalimentare al mondo.
Fico (Fabbrica italiana contadina) è stata pensata e allestita seguendo l’esempio della scorsa edizione di Expo – a cui era presente dando peraltro un grande contributo alla riuscita dell’evento – e ha pertanto deciso di trasformare quella stessa esperienza in qualcosa di permanente.
All’interno della grande struttura troviamo più di 40 aziende e consorzi con i loro stand gastronomici che, ciascuno rappresentando le eccellenze regionali del nostro Paese, esaltano il valore del marchio Made in Italy. Se c’è tanto di Emilia Romagna – comprensibilissimo – è altrettanto vero che i visitatori potranno ripercorrere i gusti e i sapori di tutto lo Stivale, assistendo a tutti i passaggi della realizzazione dei prodotti, a partire dalla lavorazione delle materie prime.
Manicaretti che potranno essere assaggiati e acquistati. Ci sono, al momento, circa 40 punti di ristoro tra quelli nelle fabbriche, i ristoranti e i chioschi in cui si promuove uno street food a vocazione regionale: gli arrosticini abruzzesi e piatti sardi di Zibu spiccano in maniera particolare. Ristoranti stellati faranno compagnia alla nota pizzeria di Rossopomodoro e naturalmente non mancherà il pesce romagnolo.
Al di là delle prelibatezze – troppe per essere qui elencate – il team guidato da Tiziano Primori, amministratore delegato di Fico Eataly World, è riuscito nell’intento di trasformare il centro alimentare di Bologna in una vera e propria città del cibo nell’arco temporale di 4 anni con uno scopo assai ambizioso: accogliere almeno 6 milioni di persone in altrettanti 4 anni.
Fico Eataly World è stato realizzato su suolo pubblico, proprietà dunque della città metropolitana. A tal proposito il sindaco di Bologna Virginio Merola ha spiegato: «Abbiamo trasformato un rischio in un’opportunità. Quello che abbiamo messo in campo da bolognesi è stata la nostra passione e perseveranza, la voglia di Bologna di vivere di relazioni con l’esterno, con l’estero; e in questo vogliamo migliorare aumentando la nostra capacità di accoglienza per fare da ponte con l’Europa, noi i muri li abbiamo abbattuti il secolo scorso».
Il risultato di tanto lavoro si è materializzato in uno spazio di 100.000 metri quadrati progettati dal famoso architetto Thomas Bartoli in cui biodiversità e artigianalità spiegano in modo pratico come sia possibile fare delle materie prime cibo di qualità. La parte esterna di Fico Eataly World vanta due ettari di campi agricoli e stalle aperte dove si coltivano 2000 varietà di prodotti e stanziano circa 200 animali. Niente agricoltura e allevamento intensivi, naturalmente. Le fabbriche sono coperte da ben 44.000 pannelli fotovoltaici e sono il più grande impianto realizzato su tetto concepito in Europa.
Ma Fico Eataly World non è solo buon cibo, promozione del Made in Italy, della biodiversità, rispetto della sostenibilità. È anche formazione. Esiste infatti la possibilità di frequentare corsi (a pagamento) e imparare direttamente dagli artigiani e dai guru del settore come produrre uno yogurt naturale, fare la pasta, apprendere metodi e tecniche necessari per la trasformazione degli ingredienti.
Formazione però significa anche educazione e Fico Eataly World non ha dimenticato i bambini: 6 piccoli padiglioni hanno un carattere prettamente didattico e spiegano ai più piccoli tutte quelle tappe che dagli albori ad oggi hanno di fatto consolidato un grande patrimonio italiano, quello del cibo.
Com’è noto, le realtà più attente del nostro Paese sono attualmente impegnate nella riduzione degli sprechi alimentari, a fronte di una situazione drammatica che ci spiega come nei prossimi decenni la popolazione mondiale aumenterà vertiginosamente e bisognerà fare i conti con l’enorme problema di sfamare tutti.
Andrea Segrè, presidente della Fondazione Fico e professore universitario, ha fondato Last minute market, impegnato dal 2003 nello sviluppo di progetti dedicati alla lotta contro gli sprechi di cibo. A questo proposito ha spiegato: «Tutto è stato fatto per la sostenibilità: lottare contro lo spreco alimentare è un’occasione per riportare l’attenzione sul valore del cibo, quindi facciamo prevenzione. Fico nasce come progetto di educazione alimentare, per questa ragione abbiamo messo in rete la facoltà di Agraria dell’università di Bologna, il nuovo centro agroalimentare, e Fico attraverso un protocollo di economia circolare, siglato sotto gli occhi attenti del ministro dell’Ambiente».