Nel nostro Paese tra i giovani, oltre all’aumento dei casi di cyberbullismo, crescono anche i casi di sexting, ossia la condivisione tramite strumenti multimediali di immagini oppure video a contenuto sessuale. Un adolescente su 4 lo ha praticato e, dato ancora più sconvolgente, per la prima volta in un’età compresa tra gli 11 e i 12 anni.
A renderlo noto sono i dati diffusi ieri durante il seminario “Parlare di sexting a scuola – Un fenomeno da monitorare”, promosso dalla Regione Lombardia in collaborazione con Ufficio scolastico regionale, Casa pediatrica Fatebenefratelli Sacco di Milano e l’associazione Pepita Onlus che da più di dieci anni è impegnata nella realizzazione di attività di prevenzione del fenomeno del bullismo in tutte le sue manifestazioni.
Andando nello specifico, secondo recenti dati relativi al 2016 dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza, è possibile notare che, su un campione di oltre 7 mila adolescenti provenienti dalle diverse regioni d’Italia: il 4% dei ragazzi afferma di aver fatto sesso inviando foto e video su WhatsApp, sui social network oppure telefonicamente, il 6,5% ha fatto sexting e il 2% invece ha fatto sesso davanti a una webcam. Il 10% degli adolescenti ha fatto selfie intimi o senza i vestiti e il 3% pubblica queste foto intime sui social network per esibizionismo.
Come ha evidenziato il direttore della Luca Bernardo, direttore della Casa pediatrica Fatebenefratelli Sacco di Milano, Luca Bernardo: «Stiamo vedendo che il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo vive un’esplosione e non sta certo migliorando, 800 casi nell’ultimo anno appurati dall’istituto, con l’8% a livello nazionale». Proprio in virtù di ciò occorre fare prevenzione, informare e formare famiglie, scuole che possono diventare gli indicatori spia.