Un bambino sporco ha meno diritto di ricevere cure, attenzioni, aiuti o anche semplicemente sorrisi. Se pensate di trovarvi di fronte a una frase cattiva, inopportuna, razzista, insomma davanti a una vera e propria eresia, allora provate a guardare il video che vi proponiamo alla fine dell’articolo.
Si tratta di un esperimento realizzato da Unicef e così drammaticamente riuscito da essere diventato una campagna di sensibilizzazione in piena regola, che rientra in un più ampio processo di risveglio delle coscienze racchiuso con l’hashtag #FightUnfair (battaglia ingiusta).
Una piccola attrice di 6 anni, Anano, è stata lasciata per diverso tempo da sola in luoghi pubblici affollati, con l’espressione smarrita e abbandonata, in attesa delle reazioni dei passanti. “Tutti si sono fermati ad aiutarla, ovvio”, starete pensando. Ed è stato davvero così, o almeno nella prima parte dell’esperimento. Nella seconda metà del test, infatti, nessuno si è avvicinato a chiederle se avesse bisogno di una mano, e al contrario qualcuno l’ha allontanata bruscamente, mandandola via in lacrime.
Ma cosa è cambiato tra il prima e il dopo?
Semplice: gli abiti e la cura dell’igiene della piccola Anano. Nella prima scena ripresa dalle telecamere nascoste, infatti, la baby attrice indossa un delizioso cappottino rosa sopra un vestitino elegante, è pultia e ben pettinata e calza un paio di scarpine di vernice tirate a lucido. I passanti appaiono tutti incuriositi, preoccupati per lei, inteneriti. C’è chi si offre di aiutarla, chi le chiede se si sia persa, chi le da fa una carezza o le da un bacino. E anche quando la piccola si sposta all’interno di un ristorante e va a sedersi al tavolo di perfetti sconosciuti il risultato non cambia. Tuuti la accolgono con calore.
Poche ore dopo, però, la situazione si capovolge completamente e in un attimo la stessa bambina si trasforma in una persona fastidiosa o addirittura invisibile. Anano torna infatti negli stessi posti ma questa volta indossando un pantalone della tuta e una felpa male abbinati, delle scarpe da tennis consumate, un cappello sulla testa. Il suo visino, inoltre, è stato volutamente sporcato. Ciò che accade lascia davvero sbigottiti: per strada nessuno sembra accorgersi minimamente di lei e, peggio ancora, al ristornate tutti la guardano con sospetto, le donne alla sua presenza mettono al sicuro le borsette e addirittura qualcuno le chiede di allontanarsi. La bimba, comprensibilmente turbata da tale atteggiamento, scoppia in lacrime e decide di abbandonare l’esperimento, dichiarando successivamente di non avere idea del perché le persone non volessero averla più al suo fianco dal momento che lei era sempre la stessa.
Il messaggio di Unicef è dunque molto forte: i bambini sono sempre bambini, anche se con il visino sporco e i capelli arruffati, e per questo vanno tutelati sempre, soprattutto quando appaiono più fragili.
La messa in scena di Anano, infatti, rappresenta ogni giorno la realtà per milioni di bambini e bambine sparsi nel mondo. E se dovesse continuare così, entro il 2030, annuncia l’Unicef, saranno 167 milioni le Anano abbandonate a loro stesse.