Le foreste totalmente naturali, ossia non sottoposte a gestione, costituiscono soltanto il 4% del totale delle foreste europee, mentre il rimanente 96% è rappresentato da foreste con più bassi livelli di naturalità, con diverso livello di gestione antropica, dalle foreste semi-naturali a quelle artificiali. Queste, insieme alle altre terre ricoperte da boschi, ricoprono oltre il 40% della superficie totale della Terra nella regione di interesse dell’Agenzia europea dell’ambiente (Eea), ovvero 33 Paesi membri Ue e 6 Paesi cooperanti; la direttiva Habitat dell’Ue ha individuato 81 diversi tipi di habitat forestali in tutta Europa. A rilevarlo è l’ultimo Rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente “European Forest Ecosystems – State and trends”.
Dal rapporto, che ha visto anche il contributo dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), emerge, inoltre, che nel periodo 2007-2012, i 27 Paesi membri dell’Ue hanno riportato che solo il 26% delle specie forestali e il 15% degli habitat forestali di interesse europeo, così come segnalato nella direttiva Habitat, erano in stato di conservazione favorevole. Nel nostro Paese, il 30% delle foreste ricade all’interno delle aree Natura 2000. Secondo un recente report dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), il 27% dei mammiferi, il 10% dei rettili e l’8% degli anfibi collegati agli ecosistemi forestali sono ritenuti a rischio di estinzione all’interno dell’Ue.
Le foreste e la massa legnosa totale continuano a estendersi, eppure in alcuni Paesi dell’Europa del nord e sud-occidentale stanno diminuendo le aree boschive. La selvicoltura in Europa si basa, in larga misura, sulle specie arboree autoctone, tuttavia alcuni Paesi europei possiedono una quota importante di specie arboree forestali esotiche. Le specie esotiche invasive coprono ancora solo lo 0,5% della superficie totale delle foreste in Europa. Nel nostro Paese, due specie forestali sono ritenute aliene invasive: l’ailanto e la robinia.
L’introduzione e l’insediamento di specie oltre il loro areale originario, può causare seri disastri non solo ecologici ma anche economici. Ad allarmare sono i seguenti dati: è stato stimato che ben 109 specie aliene di insetti parassiti delle piante legnose siano state introdotte e si siano affermate in Europa, di cui 57 provengono dal Nord America e 52 dall’Asia. Il tarlo asiatico, ad esempio, rappresenta una delle specie più pericolose in quanto uccide gli alberi a foglia caduca. Esso è stato introdotto a seguito dell’incremento del commercio intercontinentale. La malattia dell’olmo olandese è assai contagiosa e letale per tutti gli olmi europei; nel Regno Unito, infatti, oltre 25 milioni di alberi sono morti per colpa di questa malattia. Questo patogeno è giunto in Europa nel 1967, a bordo di navi costruite con tronchi di olmo dal Nord America.
La soluzione del settore forestale globale all’esigenza di rispondere allo sviluppo sostenibile è costituita dalla gestione forestale sostenibile. Più del 95% delle foreste della regione Eea è soggetto a forme di gestione e il grado di intervento umano è testato. Circa il 10% delle foreste gestite è sottoposto a forme intensive di gestione, come le piantagioni artificiali. In Italia, poco più dell’1% delle foreste è classificata come indisturbata, ossia non sottoposta a gestione, mentre il 6,5% è rappresentata da foreste piantate artificialmente.
Il rapporto, infine, evidenzia che nel nostro Paese, il legname preso dalle foreste corrisponde al 39% della legna che viene rigenerata in foresta. Questo valore, indice positivo in termini di biodiversità, si rileva tra i più bassi in Europa, secondo dopo la Slovenia. Nell’Ue la quota di foreste di proprietà pubblica è inferiore al 40% della superficie forestale totale nella regione dell’Eea. Il restante 60% della superficie forestale è di proprietà privata. In Italia, due terzi della superficie forestale è di proprietà privata e un terzo di proprietà pubblica.