“Salvare il Parco dello Stelvio” è l’obiettivo di una petizione popolare lanciata su Change.org da Cts, Fai, Federazione Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, Touring Club Italiano e WWF.
Nella petizione si chiede al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di non avallare con propri atti l’intesa sottoscritta l’11 febbraio scorso dal Ministero dell’Ambiente, dalla Regione Lombardia e dalle Province autonome di Trento e di Bolzano.
Nel loro appello le nove associazioni chiedono che: «continui a essere garantita una gestione autonoma, unitaria, nazionale dell’area protetta evitando di assecondare appetiti localistici, contro natura dei cacciatori e di chi preferisce il grigio dell’asfalto e del cemento al verde di un’area protetta».
Le associazioni sostengono che con l’Intesa sottoscritta l’11 febbraio 2015 il Parco dello Stelvio difficilmente può ancora essere qualificato come nazionale. Le cause principali sono due: in primo luogo non esiste più una gestione affidata a un ente nazionale autonomo con propria personalità giuridica, né una governance unitaria a tutela della natura, ma le due Province di Trento e di Bolzano e la Regione Lombardia possono decidere di operare indipendentemente nelle loro rispettive zone di competenza; in secondo luogo, nel comitato di coordinamento, che ha solo poteri generici di indirizzo, prevalgono interessi locali e non c’è alcuna vigilanza sulla gestione quotidiana dell’area protetta da parte dal Ministero dell’Ambiente.
Come denuncia Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente: «se passerà questa riforma, l’Italia si presenterà alla Cop21 avendo cancellato il suo parco nazionale per eccellenza». Non bisogna dimenticare che il Parco Nazionale dello Stelvio è uno dei parchi più antichi d’Europa ed è nato per proteggere la fauna, la flora, i paesaggi del gruppo montuoso Ortles-Cevedale e le vallate alpine della Lombardia, Trentino e Alto Adige e le specie a rischio come aquile, stambecchi, camosci, lupi e orsi.