Poco più di due mesi fa, in occasione del World Economic Forum di Davos, è stato pubblicato il nuovo rapporto Oxfam “Un’economia per l’1%” (leggi l’articolo). Se nel 2010 388 persone avevano la stessa quantità di ricchezza della metà più povera della popolazione mondiale, nel 2015 tale numero è sceso a 62. Un gruppo piccolo di persone ha in mano la stessa ricchezza di ben 3,6 miliardi di persone. Il Rapporto mostra come i patrimoni dei 62 super ricchi sono aumentati del 44% tra il 2010 e il 2015 e ammontano complessivamente a 1.760 miliardi di dollari.
L’Italia presenta un trend analogo a quello globale: nel 2015 l’1% degli italiani possiede il 23,4% della ricchezza nazionale netta, una quota pari a 39 volte la ricchezza del 20% più povero del Paese.
In queste dinamiche ha un peso assolutamente rilevante l’elusione fiscale delle multinazionali. Si stima che il costo per i Paesi in via di sviluppo sia pari a 100 miliardi di dollari l’anno, ma l’impatto è tutt’altro che trascurabile anche nei paesi sviluppati. Si rende indispensabile un deciso contrasto ai paradisi fiscali e più incisivi obblighi di trasparenza e rendicontazione pubblica per le multinazionali, in ogni paese in cui operano.
Oxfam, un grande network internazionale di 17 organizzazioni di paesi diversi impegnato nella lotta globale contro la povertà e l’ingiustizia, si è fatto carico di rappresentare queste pressanti esigenze attraverso una petizione presentata al pubblico con queste parole: “La povertà, non solo quella estrema, non è il frutto della mancanza globale di risorse, ma della loro ingiusta distribuzione. I più ricchi – miliardari e grandi multinazionali – stanno diventando sempre più ricchi e la disuguaglianza economica tra l’1% degli abitanti del pianeta e il restante 99% cresce vertiginosamente. La rete globale dei paradisi fiscali è una delle principali cause di questa situazione: le perdite di gettito fiscale portano a una diminuzione delle risorse per i servizi pubblici essenziali come l’assistenza sanitaria e l’istruzione, rendendo i poveri sempre più poveri”.
Da qui un appello ai governi affinchè assumano impegni concreti. Il portale di Oxfam Italia ci informa che la petizione finora ha raccolto 192.080 adesioni rispetto al target di 250.000. Non siano lontani dall’obiettivo. Chi volesse può ancora dare la propria adesione al seguente link.
Matteo Renzi: sfida l’ingiustizia, basta ai paradisi fiscali per dire basta alla povertà
Tutti noi usiamo i servizi pubblici, finanziati attraverso le tasse: scuole, ospedali, trasporti.
Se un sistema fiscale si fonda su principi di equità, tutti ne beneficiano.
Purtroppo oggi i sistemi fiscali sono fortemente iniqui, contribuendo a una situazione in cui:
- 896 milioni di persone vivono in condizioni di estrema povertà (fonte), tra cui 7 milioni di italiani in stato di grave deprivazione materiale;
- 57 milioni di bambini non hanno accesso all’istruzione;
- 663 milioni di persone non hanno acqua potabile (fonte).
Una rete globale di paradisi fiscali consente a multinazionali e super-ricchi di eludere tasse per centinaia di miliardi di euro ogni anno, privandoci di risorse preziose, di cui tutti potremmo beneficiare. Molti governi sono complici di questo sistema: alimentando una dannosa concorrenza fiscale provocano enormi perdite di gettito. A subirne le conseguenze più gravi sono soprattutto i paesi più poveri, privati delle risorse necessarie per garantire servizi essenziali come istruzione e sanità, e per attuare misure efficaci di lotta alla povertà.
Soltanto un’azione coordinata di tutti i governi può porre fine a questa ingiustizia. Per questo noi cittadini chiediamo al Premier Renzi di lavorare, insieme agli altri leader europei e mondiali, a una radicale riforma dell’attuale sistema fiscale globale così che tutti – e non soltanto alcuni – possano realmente beneficiarne.
Per mettere fine all’era dei paradisi fiscali chiediamo di:
- abbandonare su scala nazionale incentivi e pratiche fiscali dannose ponendo fine all’agguerrita concorrenza fiscale fra Paesi;
- introdurre l’obbligo di rendicontazione pubblica Paese per Paese per tutte le multinazionali così da conoscere quanto versano in imposte nei diversi Paesi in cui operano;
- creare registri pubblici dei proprietari effettivi delle aziende per impedire i trasferimenti in forma anonima dei proventi dell’evasione ed elusione fiscale;
- introdurre a livello europeo un modello vincolante di tassazione unitaria delle multinazionali (con i profitti europei distribuiti equamente fra i diversi paesi interessati) per far pagare le tasse alle multinazionali operanti nell’UE laddove conducono realmente la loro attività economica;
- istituire un comitato intergovernativo a partecipazione paritetica di tutti i Paesi che abbia il mandato di facilitare la cooperazione fiscale fra i Paesi e di riscrivere le regole della fiscalità internazionale elaborando misure stringenti anti-elusione delle multinazionali.
Un mondo più giusto è possibile solo se si lavora per il bene comune. È quello che ci aspettiamo da chi ci governa. Mettere fine all’era dei paradisi fiscali è il primo passo per il mondo più giusto che tutti noi vogliamo.
Grazie.