Non c’è pace sul fronte vaccini. Dopo il via libera all’obbligatorietà di 12 vaccini per i bambini in età scolare (leggi l’articolo), la Commissione sanità del Senato ha ora ridotto a 10 il numero previsto per l’iscrizione ai nidi e alle scuole materne, cassando quello per la meningite, ma ha elevato a 14 quello dei vaccini suggeriti attivamente dalle Asl. L’emendamento al decreto legge Lorenzin è stato presentato dalla relatrice Patrizia Manassero (Pd) su richiesta della presidente Emilia De Biasi (Pd) e poi la modifica è stata in parte cambiata dopo l’audizione di martedì pomeriggio del presidente dell’Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi. Nel decreto, dunque, si prevede che 4 vaccinazioni diventeranno suggerite attivamente dalle Asl, oltre che gratuite come già previsto dal Piano nazionale vaccini. Si tratta di quelle contro il meningococco C e B, che fino ad ora erano nel gruppo delle obbligatorie, ai quali si aggiungono quelle contro il rotavirus e lo pneumococco. Ricapitolando: 14 sono i vaccini inseriti nel decreto legge perché considerati fondamentali; 10 quelli necessari per iscrivere i bambini ai nidi e alle materne o per non essere sanzionati nel caso si frequenti la scuola dell’obbligo (dalle elementari alla seconda superiore); 4 invece quelli “consigliati con forza” attraverso un grande impegno da parte delle Asl che dovranno attivarsi nella ricerca di chi non è in regola con il calendario vaccinale. L’emendamento prevede inoltre che in merito alla vaccinazione quadrivalente, cioè contro morbillo, parotite, rosolia e varicella, che normalmente viene fatta tra il tredicesimo e il quindicesimo mese di vita, venga fatta una verifica delle coperture tra tre anni. Nel caso in cui la percentuale di copertura sarà risalita dall’attuale 87,5% alla soglia del 95%, che assicura l’effetto gregge, l’obbligo potrebbe anche cadere previo parere degli organi tecnici sanitari. Lo stesso controllo sarà poi svolto con cadenza triennale, per rendere più elastico il sistema e intervenire quando ce ne sarà reale esigenza.
Resteranno invece obbligatori, senza alcuna verifica delle coperture, i vaccini compresi nell’esavalente, che si fa intorno al terzo mese di vita, e cioè difterite, tetano, pertosse, emofilo, polio ed epatite B. Oggi le coperture in Italia sono intorno al 93,5 per cento e si conta con la nuova norma di arrivare rapidamente al livello minimo necessario all’effetto gregge.
La Commissione ha dato il via libera anche ad altri emendamenti, uno dei quali prevede una riduzione delle sanzioni massime per i genitori che non vaccinano i figli iscritti alla scuola dell’obbligo, che passano dai 7.500 ai 3.500 euro (il minimo resta fermo a 500 euro). Inoltre viene tolta la possibilità di segnalare chi non è in regola alla Procura presso il Tribunale dei minori per valutare la perdita della patria potestà.
Su richiesta di Forza Italia è passato anche un emendamento che apre alla somministrazione in farmacia, da parte dei medici, dei vaccini pediatrici. Per attuare questa misura, richiesta da parlamentari che di lavoro fanno i farmacisti, ci vorrà comunque un decreto ministeriale. E’ invece slittata, perché non è chiara la possibilità di avere una copertura finanziaria, l’ipotesi dell’obbligo alle vaccinazioni degli operatori sanitari, misura chiesta a gran voce da molti.
Dopo il Senato, il 24 luglio è già stata calendarizzata la discussione alla Camera. Perché il decreto non decada, deve essere convertito entro il 6 di agosto.