Editoriale

Vaccini: perché c’è qualcuno che non si fida più?

Ho letto tante cose sul tema dei vaccini in queste settimane e tante volte anche noi di Felicità Pubblica abbiamo dato il nostro contributo per cercare di sostenere le campagne di sensibilizzazione promosse dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute.

Ma c’è una frase che più di altre mi ha colpito in questi giorni. L’ho letta su Facebook e non saprei neanche più dire chi l’avesse scritta, ma diceva più o meno così: “In passato a chi scopriva i vaccini gli davamo anche il Premio Nobel, pensa che idioti!”. La frase ovviamente era ironica, e oltre a farmi sorridere, mi ha fatto anche molto riflettere.

Mi sono chiesta: come siamo arrivati a questo punto? Perché da un lato ci affrettiamo a sostenere le grandi organizzazioni umanitarie per l’acquisto di vaccini da destinare ai bambini africani e contribuire ad allungare la loro speranza di vita, e dall’altro invece demonizziamo i vaccini in Italia e promuoviamo campagne dagli esiti devastanti, mettendo a rischi i nostri bambini?

Prima di provare a rispondere a queste domande è bene fare un passo indietro e capire in che modo il governo ha provato a porre rimedio a questa ondata anti-vaccinazioni. Nei giorni scorsi il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Paolo Gentiloni e del ministro della salute Beatrice Lorenzin, ha approvato un decreto legge contenente misure urgenti in materia di prevenzione vaccinale. Un documento non semplice che ha provocato anche uno scontro tra il ministro Lorenzin e il ministro dell’istruzione Fedeli che, oltre a chiedere che il provvedimento fosse limitato alla fascia di età 0-6 anni, ha evidenziato come il diritto all’istruzione debba essere garantito a tutti e che quindi i bambini non possono essere penalizzati per colpa dei genitori.

Il provvedimento prevede l’obbligatorietà di 12 vaccini (contro poliomelite, difterite, tetano, epatite B, pertosse, Haemophilusinfluenzae di tipo B, meningite B e C, morbillo, rosolia, orecchioni, varicella) per la fascia di popolazione tra zero e 16 anni, quindi per tutti coloro che frequentano le scuole dell’obbligo. C’è poi il divieto di iscrizione agli asili nido e alle scuole materne per i bambini non vaccinati. Tali vaccinazioni possono essere “omesse o differite” solo in caso di accertato pericolo per la salute. In caso di violazione i genitori rischiano una sanzione tra i 500 e i 7.500 euro.

Un giro di vite, quello promosso dal governo, che come dicevamo ha l’obiettivo di fermare il preoccupante fenomeno del rifiuto di molti genitori a sottoporre i propri figli alle vaccinazioni. Una tendenza, ormai purtroppo quasi una moda, che finora ha avuto gravi ripercussioni sulla sanità pubblica, come dimostra la sola impennata dei casi di morbillo (2.581 persone dall’inizio dell’anno).

Ma quali sono dunque le ragioni di questo trend?

E’ innegabile che il web e la rapida diffusione delle notizie – o in questo caso dovremmo dire delle bufale – tramite i social network abbia giocato un ruolo strategico per chi sostiene che i vaccini in realtà producano più danni che benefici, attribuendogli addirittura disturbi come l’autismo. Ma imputare tutto alla cattiva informazione, al terrorismo psicologico e spicciolo fatto da pochi su Internet, è quantomeno riduttivo.

Molto andrebbe detto, infatti, anche sul grande business delle industrie farmaceutiche che per anni hanno abusato del credito che gli è stato dato dalla popolazione per seguire la stretta logica del profitto. Detto in maniera più diretta, sul fronte dei vaccini si è tirata troppo la corda, ottenendone in cambio una perdita di reputazione che, come vediamo, ha ricadute davvero drammatiche sulla popolazione.

Cosa fare allora?

E’ necessario che ognuno faccia la sua parte: che la comunità scientifica sia serissima sotto questo punto di vista, promuovendo campagne di sensibilizzazione e consigliando vaccini solo quando strettamente necessari, senza cadere nella logica del business; che i genitori tornino ad avere fiducia nella sanità, anche pretendendo – giustamente – di essere informati a dovere sui benefici e gli eventuali rischi delle vaccinazioni a cui vengono sottoposti i propri bambini; che il popolo del web la smetta di credere, e ricondividere alla velocità della luce, a tutto ciò che gli capita a tiro senza le opportune verifiche sull’attendibilità della notizia; che lo Stato e il sistema sanitario garantiscano la disponibilità di tutti i vaccini obbligatori, per evitare che i prezzi schizzino alle stelle.

Forse in questo modo potremo tornare a ringraziare coloro che hanno scoperto quei vaccini e a ritenere che quei Nobel se li sono davvero meritati.

Il direttore

Vignetta di copertina: Freccia.

Published by
Antonella Luccitti