L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) annuncia la fine della fase dei test del vaccino contro l’Ebola e lo dichiara efficace “fino al 100%”. Si tratta di una vittoria importantissima, dopo che la malattia ha ucciso più di 11.000 persone nella sola Africa occidentale. Il risultato della sperimentazione è stato pubblicato sulla famosa rivista scientifica The Lancet, dalla quale apprendiamo che non si è verificato un solo caso di Ebola tra le 5.800 persone alle quali l’anno scorso è stato somministrato il vaccino sintetizzato in Canada. Così il direttore generale dell’Oms, Marie-Paule Kieny ha spiegato come un risultato del genere faccia pensare che «il vaccino sia estremamente efficace e potrebbe avere un’efficacia fino al 100%».
La vaccinazione, che prende il nome tecnico di rVSV-Zebov, stando a quanto dicono gli scienziati e gli esperti, dovrebbe rappresentare un’arma molto valida qualora in futuro l’Ebola dovesse ripresentarsi, il virus comparso in circostanze non del tutto chiare per la prima volta nel 1976 e che finora ha mietuto migliaia di vittime.
Per quanto riguarda la fase di sperimentazione che troviamo descritta sulla rivista The Lancet, sappiamo che il Governo canadese ha testato il vaccino su individui che erano stati in contatto con pazienti colpiti dal virus e nell’arco di 10 giorni nessuno ha contratto la malattia; il rVSV-ZEBOV ha iniziato la sua fase di prova nel 2014 in Guinea attraverso quello che viene definito il metodo dei “cerchi concentrici”, vale a dire che per ogni nuovo caso venivano identificati i contatti più stretti del malato fino ad arrivare ai “contatti dei contatti”, sicché in questo modo ogni anello contava circa 80 persone. A ogni anello veniva somministrata la vaccinazione o in maniera immediata o dopo tre settimane e, in seguito alla pubblicazione dei primi ottimi risultati, il vaccino è stato esteso anche ai bambini con più di 6 anni. Dopo questa prima parte di studio, è emerso che tra le persone vaccinate subito non si era verificato nessun caso, mentre tra quelle vaccinate dopo tre settimane la malattia era comparsa in 23 casi.
Qualora dovesse scoppiare una vera e propria epidemia, secondo i ricercatori, la vaccinazione dovrebbe funzionare al 90% nell’80% dei casi. Marie-Paule Kieny ha inoltre spiegato come la «protezione funzioni poco dopo la vaccinazione, ma di fatto non si capisce ancora se essa duri nei mesi successivi». Quello che inoltre risulta poco chiaro è se il rVSV-ZEBOV funzioni o meno sui bambini con meno di 6 anni e sulle donne in stato di gravidanza.
The Lancet riporta inoltre come servirà ancora del tempo affinché il vaccino venga approvato, anche se questo risultava facilmente intuibile. Nel frattempo il Gavi (l’alleanza mondiale sui vaccini) ha garantito a Merck – l’azienda che ha messo a punto il vaccino – 5 milioni di dollari per dare seguito alle pratiche necessarie alla registrazione e contemporaneamente 300.000 dosi pronte qualora dovesse verificarsi un caso di emergenza.