Novità importanti per la finanza etica. La legge di bilancio, appena approvata nel pieno della tempesta provocata dai risultati della consultazione referendaria, ha approvato a larga maggioranza le norme che riguardano la finanza etica e sostenibile, modificando il Testo Unico Bancario.
Si tratta di un emendamento proposto da Giulio Marcon (Sinistra Italiana) il quale ha dichiarato: “la finanza etica sostiene un’idea diversa di finanza al servizio delle persone e della società. Direi che aver approvato questa legge è un fatto storico, un’alternativa alla finanza speculativa. Un modo, tra l’altro, che può aiutare anche a rafforzare il settore”.
Molto positiva la reazione di Ugo Biggeri, presidente del Gruppo Banca Etica: “È importante che vi sia il riconoscimento legislativo del valore sociale e ambientale, oltre che economico e finanziario, della finanza etica. Ed è confortante osservare che su di esso – pur nella complessità della situazione attuale – tutte le forze politiche abbiano trovato accordo”.
Quali i contenuti della norma? In primo luogo la precisa definizione delle caratteristiche degli operatori della finanza etica (finanziamenti erogati secondo standard di rating etico, evidenza pubblica delle suddette erogazioni, destinazione di almeno il 20% del portafoglio crediti a organizzazioni senza scopo di lucro, governance democratica e partecipativa, azionariato diffuso, limiti alle remunerazioni dei vertici aziendali); in secondo luogo la detassazione degli utili destinati ad incremento del capitale sociale.
In conclusione, aggiunge Biggeri “E’ una vittoria, ma anche una significativa novità in Europa e nello scenario internazionale dove legislatori e regolatori si stanno spendendo per definire il migliore assetto di regole del mondo finanziario e bancario”.
Di seguito proponiamo il comunicato stampa pubblicato sul blog di Banca Etica nel quale, oltre a valutazioni e commenti, viene allegato il testo integrale dell’emendamento approvato.
Per la prima volta l’ordinamento italiano riconosce il valore della finanza etica: nella legge di bilancio approvata in via definitiva il 7 dicembre 2016 è previsto un articolo che modifica il Testo Unico Bancario (TUB) introducendo la definizione dei requisiti che una banca deve avere per essere definita “etica” e fissando alcuni incentivi fiscali per questo tipo di banche. Questo provvedimento non rappresenta un punto di arrivo, ma un punto di partenza fondamentale verso il pieno riconoscimento, politico e legislativo, del valore economico, sociale ed ambientale della finanza etica.
Sin dalla sua nascita, nel 1999, Banca Etica si è spesa per arrivare a un riconoscimento legislativo del valore sociale e ambientale, oltre che economico e finanziario, della finanza etica. Ora che questo primo traguardo è raggiunto, è confortante osservare che su di esso – pur nella complessità della situazione attuale – tutte le forze politiche hanno trovato un accordo.
Questa misura rappresenta una significativa novità anche in Europa e nello scenario internazionale, dove legislatori e regolatori agiscono per definire il migliore assetto di regole del mondo bancario e finanziario.
La finanza etica, da oltre 20 anni in Italia e 40 in Europa, dimostra ogni giorno che è possibile tenere insieme partecipazione; orientamento sociale e ambientale degli impieghi; atteggiamento non speculativo e gestione di complessità bancaria e finanziaria, dando così il suo implicito contributo all’equilibrio e alla stabilità del sistema nel suo complesso.
LA FINANZA ETICA E SOSTENIBILE NELLA LEGGE
Ecco il testo della misura inserita nella legge di bilancio (art.1 comma 51), come modifica all’art 111 del TUB:
Finanza etica e sostenibile
- Sono operatori bancari di finanza etica e sostenibile le banche che conformano la propria attività ai seguenti princìpi:
- valutano i finanziamenti erogati a persone giuridiche secondo standard di rating etico internazionalmente riconosciuti, con particolare attenzione all’impatto sociale e ambientale;
- danno evidenza pubblica, almeno annualmente, anche via web, dei finanziamenti erogati di cui alla lettera a), tenuto conto delle vigenti normative a tutela della riservatezza dei dati personali;
- dedicano almeno il 20 per cento del proprio portafoglio di crediti a organizzazioni senza scopo di lucro o a imprese sociali con personalità giuridica, come definite dalla normativa vigente;
- non distribuiscono profitti e li reinvestono nella propria attività;
- adottano un sistema di governance e un modello organizzativo a forte orientamento democratico e partecipativo, caratterizzato da un azionariato diffuso;
- adottano politiche retributive tese a contenere al massimo la differenza tra la remunerazione maggiore e quella media della banca, il cui rapporto comunque non può superare il valore di 5.
- Non concorre a formare il reddito imponibile ai sensi dell’articolo 81 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, degli operatori bancari di finanza etica e sostenibile una quota pari al 75 per cento delle somme destinate a incremento del capitale proprio.
- Il Ministro dell’economia e delle finanze, sentita la Banca d’Italia, stabilisce, con proprio decreto, le norme di attuazione delle disposizioni del presente articolo e dalle quali non possono derivare oneri a carico della finanza pubblica superiori a 1 milione di euro in ragione annua a decorrere dall’anno 2017.
- L’agevolazione di cui al presente articolo è riconosciuta nel rispetto dei limiti di cui al regolamento (UE) n. 1407/2013 della Commissione, del 18 dicembre 2013, relativo all’applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea agli aiuti “de minimis”.