Aprirà i battenti domani, 15 settembre, a Vasto in provincia di Chieti, una casa di accoglienza per detenuti promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. La struttura ospiterà persone che avranno la possibilità di espiare la propria pena detentiva in una misura alternativa al carcere.
La struttura, che è stata concessa in comodato d’uso gratuito da parte della Diocesi di Chieti-Vasto, può ospitare circa 20 detenuti e vedrà coinvolte circa 15 persone tra volontari e operatori.
La nuova casa di accoglienza sarà inaugurata domani alle 15.30 alla presenza, tra gli altri, di Monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, Federica Chiavaroli, sottosegretario di Stato e Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII.
Ed è proprio quest’ultimo a spiegare il senso di questa struttura. «Don Benzi ripeteva: “Dobbiamo passare dalla certezza della pena, alla certezza del recupero. Perché una persona recuperata, rieducata alla vita, non è più pericolosa”. Tramite le Comunità Educanti con i Carcerati (CEC)», sottolinea il presidente Ramonda, «concretizziamo questa profezia del nostro fondatore, di cui quest’anno celebriamo i 10 anni della scomparsa. Questa esperienza risponde inoltre a quanto dichiarato dal presidente Mattarella circa la necessità di sviluppare un sistema di pene alternative». Dal 10 al 18 settembre, all’interno della stessa casa, inoltre, sarà allestita la mostra fotografica sulle APAC, Associazione per la Protezione e Assistenza ai Condannati. Tale mostra, allestita dall’AVSI, sta girando l’Italia al fine di spiegare l’esperienza del “Carcere Alternativo”: un carcere senza guardie, che abbassa la recidiva al 20%, i cui costi diminuiscono enormemente. Un carcere che ha avuto il riconoscimento dell’ONU, come il miglior metodo nel panorama mondiale carcerario.