Al recente congresso dell’ANCI il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dichiarato: “non può sfuggire alla nostra agenda il tema delle aree interne e dei piccoli Comuni, che amministrano oltre il 50% del territorio nazionale, con 10 milioni di abitanti e un patrimonio ambientale, produttivo, culturale di valore inestimabile, decisivo per l’intero Paese. Tremila Comuni sono sostanzialmente disabitati. Molti altri lo sono scarsamente. Territori non più presidiati. Aree non più coltivate o comunque non utilizzate, destinate a diventare da risorsa un problema. La legge sui piccoli Comuni appena approvata alla Camera dei Deputati raccoglie l’esigenza di affrontare il problema del disagio insediativo”. Gli ha fatto eco il presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi affermando che il 2017 sarà l’anno dei borghi e dei piccoli Comuni.
Qualche giorno dopo, il 18 ottobre scorso, rispondendo all’appello delle massime autorità del Paese, la 13a Commissione di Palazzo Madama ha avviato l’esame della legge sui piccoli Comuni, sulla montagna e sui centri storici.
Il 2 novembre è stata la volta dell’audizione al Senato del vicepresidente Uncem Antonio Di Maria e Luca Lo Bianco. L’associazione degli Enti montani ha sollecitato l’approvazione della legge per assicurare una rinnovata attenzione alle aree interne e ai piccoli Comuni, favorire la diffusione dei servizi di base e lo sviluppo socio-economico dei territori. “Il ddl già approvato alla Camera contempera queste due sfere. La prima orientata ai servizi, alla riduzione del digital divide, all’attuazione piena della Strategia Aree interne. La seconda volta a permettere a chi vive nei territori alpini e appenninici di poter rimanere lì, di fare impresa, di trovare negli Enti locali un riferimento”.
Di Maria e Lo Bianco hanno sottolineato che con il nuovo provvedimento legislativo “finalmente si riconoscono le specificità delle aree interne, che per mantenere servizi e favorire la crescita economica hanno bisogno di fondi per lo start up, per garantire innovazione e superare un divide che non è solo digitale, ma strutturale. E che rischia di crescere”. Infine Di Maria e Lo Bianco hanno richiamato l’attenzione della Commissione anche sulle conseguenze legate all’abbandono e allo spopolamento, registrabili nelle aree più fragili del Paese, nelle aree più in quota, nelle zone a forte rischio idrogeologico e sismico. “Abbiamo necessità di attuare pienamente l’articolo 44, secondo comma, della Costituzione e questa legge lo permette. Si incrocia perfettamente con quanto previsto dal Collegato ambientale alla legge di stabilità 2016, ove sono previste le green communities e le oil free zone, ma anche con la Strategia nazionale Aree interne, da attuare pienamente nelle 65 aree pilota del Paese, e poi da estendere. Uncem farà la sua parte. Il Senato proceda velocemente dando finalmente all’Italia una legge per i piccoli Comuni, la montagna, la valorizzazione dei centri storici. Oggi più di ieri, ne abbiamo grande bisogno”.
Di seguito, le misure principali contenute nel disegno di legge all’esame del Senato, riassunte in una scheda elaborata dall’UNCEM.
– Istituzione di centri multifunzionali per la fornitura di servizi in materia ambientale, sociale, energetica, scolastica, postale, artigianale, turistica, commerciale, di comunicazione e sicurezza, autorizzati a stipulare convenzioni e contratti di appalto con gli imprenditori agricoli.
– Stanziamento di 10 milioni di euro per il 2017 e 15 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2018 al 2023, destinati a finanziare interventi in tutela dell’ambiente e dei beni culturali, mitigazione del rischio idrogeologico, messa in sicurezza delle scuole, l’acquisizione delle case cantoniere e ferrovie disabitate per realizzare circuiti turistici e promuovere la vendita di prodotti locali.
– Riconoscimento ai piccoli Comuni della funzione di sviluppo socio-economico del loro territorio, da esercitarsi obbligatoriamente in forma associata attraverso le Unioni di Comuni e le Unioni montane di Comuni.
– Semplificazione e l’accesso a norme che consentono la diffusione della banda ultralarga nelle aree cosiddette a fallimento di mercato.
– Possibilità di realizzare, anche in forma associata e d’intesa con la Regione, iniziative per sviluppare l’offerta complessiva dei servizi postali congiuntamente ad altri servizi in specifici ambiti territoriali, attraverso la rete capillare degli uffici postali.
– Consumo e commercializzazione dei prodotti agroalimentari provenienti da filiera corta a chilometro utile. La legge prevede una serie di norme per facilitare e promuovere la vendita diretta dei prodotti agroalimentari provenienti da filiera corta a chilometro utile, cioè quelli per i quali le aree di produzione e trasformazione sono poste a una distanza non superiore a 50 chilometri di raggio dal luogo di vendita e in assenza di intermediari commerciali.
– Agevolazioni nella rete dei trasporti delle aree rurali e montane. Per questi territori la legge predispone un Piano per i trasporti con particolare riguardo al miglioramento delle reti infrastrutturali, nonché al coordinamento tra i servizi, pubblici e privati, finalizzati al collegamento tra i comuni delle aree rurali e montane, e con i comuni capoluogo di provincia e regione e un Piano per l’istruzione destinato alle aree rurali e montane, con particolare riguardo al collegamento dei plessi scolastici ubicati nelle aree rurali e montane, all’informatizzazione e alla progressiva digitalizzazione.
– Recupero e riqualificazione dei centri storici, mediante interventi integrati che prevedano il risanamento, la conservazione e il recupero del patrimonio edilizio, promuovendo la creazione di alberghi diffusi in una logica di efficientamento energetico e di antisismica secondo la metodologia delle “Green Communities”.