Già, perché la Slovenia non è sicuramente tra le prime mete che ci vengono in mente quando decidiamo di pianificare un viaggio in Europa. Parigi, Londra, Berlino, Barcellona o Praga hanno decisamente la precedenza, e probabilmente è giusto che sia così, ma anche partendo alla volta della Slovenia senza dubbio non vi troverete a pensare “ma chi me lo ha fatto fare”.
Devo essere onesta con voi, cari lettori di Felicità Pubblica, la mia scelta di viaggio è stata abbastanza casuale. Complici della decisione sono stati l’aver già visitato la maggior parte delle città più turistiche e gettonate d’Europa e il caos della famosa compagnia aerea low cost che da mesi sta lasciando a terra migliaia di viaggiatori. Questo mi ha spinto ad ampliare i miei orizzonti per cercare un viaggio alternativo da fare possibilmente in macchina. Ecco allora che, partendo da Pescara, il primo confine che ho incontrato sulla cartina è stato proprio quello con la Slovenia, visitata da piccola quando era ancora parte della Jugoslavia e della quale, ormai, non avevo più nessun ricordo.
Confesso di aver temuto di aver fatto una sciocchezza fino a quando non ho varcato il confine a pochi chilometri da Trieste, soprattutto a causa della domanda che chiunque mi rivolgeva fino a quel momento “perché proprio in Slovenia?”.
Ma mi è bastato oltrepassare quello che resta della vecchia dogana per sostituire il timore con la sorpresa. Da subito, infatti, ci si trova catapultati in un mondo ben diverso da quello a cui siamo abituati, dove il caos, gli stabilimenti industriali e le metropoli lasciano spazio a lunghe distese di prati verdi, pinete chilometriche, mucche e cavalli al pascolo e paesini che sembrano usciti da un libro delle fiabe con i loro castelli incantati, i campanili a punta e le casette bianche con i tetti rossi spioventi dove ti aspetti di incontrare Hansel e Gretel da un momento all’altro.
Ma di marzapane non sono le case, piuttosto i cuori decorati tipici della Slovenia che è possibile acquistare nei tanti negozi di artigianato locale che animano le stradine del centro storico della sua capitale, Lubiana. Una capitale piccolina, il cui centro è tutto concentrato sulle sponde del fiume che lo attraversa e dominato dal castello raggiungibile a piedi (la strada è breve ma non particolarmente agevole soprattutto con le foglie autunnali) o con una funicolare che in pochi minuti si alza offrendo una splendida panoramica sulla città. Ristoranti tipici e locali più alla moda si concentrano lungo il fiume con i loro tavoli rigorosamente all’aperto, nonostante le rigide temperature, e le lucine da atmosfera natalizia.
Ma ciò che sorprende di più della Slovenia sono, come dicevamo, i paesaggi mozzafiato e le piccole località fiabesche, come il lago di Bled, un luogo senza tempo dove anche le persone meno romantiche faranno fatica a non emozionarsi. Al centro del lago sorge una minuscola isoletta dotata solo di una scalinata, una piazza e una chiesa con il caratteristico campanile a punta, raggiungibile solo dopo una traversata di circa 15 minuti in barca a remi (le barche contengono circa 12 turisti ma è possibile anche noleggiare delle imbarcazioni private da due posti per raggiungere l’isola in autonomia).
A dominare sul lago c’è poi un immancabile castello che di sera sprigiona tutto il suo fascino soprattutto se ammirato dall’interno di una delle piscine all’aperto del centro termale che sorge sulle rive del lago e che rappresenta solo una delle decine e decine di stazioni presenti in Slovenia. Saune, piscine, massaggi e acque termali sono una delle principali attrazioni di questo piccolo Stato dove l’ordine e la pulizia ricordano decisamente le vicine Austria e Svizzera.
Non distante dal lago di Bled (5 km) una nuova e attraente avventura si nasconde tra le montagne. Si tratta delle Gole di Vitgar, un percorso di circa 1,5 km attraverso un canyon scavato dal fiume. Un sistema di passerelle di legno ancorate alle rocce consente di addentrarsi nelle gole senza alcuna difficoltà, godendo appieno delle cascate e delle piscine naturali dai colori intensi e ricche di pesci.
A meritare una visita sono poi le incantevoli grotte di Postumia, a pochi chilometri dal confine italiano, ma anche città come Ptuj e Maribor nella parte più ad Est del Paese, dove il paesaggio cambia notevolmente, grazie alla presenza di distese di vigne (che regalano un vino che merita di essere assaggiato) e dove è possibile ritrovarsi in hotel dove l’unica lingua parlata è lo sloveno. In questi casi non lasciatevi prendere dal panico e, proprio come ho fatto io, ricordatevi che dopo tutto siamo il popolo di gesticolatori per eccellenza. Un grande sorriso farà il resto e il vostro soggiorno sarà ancora più caratteristico.
Non troverete alcun problema con la lingua, invece, visitando la costa slovena che, seppur molto breve (appena 46 chilometri), offre al turista paesaggi altrettanto affascinati e molto diversi da quanto raccontato finora. Meritano in particolare una visita paesini come Capodistria (Koper in Sloveno), Portorose o Piran (quest’ultimo non raggiungibile in auto se non a pagamento).
Tra paesaggi alpini, colline verdi, stazioni termali, mucche al pascolo, castelli, movida della capitale e città affacciate sul mare, la Slovenia è dunque una terra tutta da scoprire, possibilmente perdendosi in auto. In questo caso, è bene sapere che le autostrade sono a pagamento, proprio come in Italia, ma che è necessario acquistare un bollino da attaccare sul parabrezza (15 euro a settimana) che evita di fermarsi al casello. Un ultimo consiglio è quello di aspettare di varcare il confine prima di fare il pieno dal momento che il prezzo del carburante è decisamente più basso di quello delle autostrade italiane.