10 luglio 1976 – È un sabato mattina quando Vittorio Occorsio, magistrato romano, viene ucciso a pochi metri dalla sua residenza. A compiere l’efferato gesto, gli esponenti di estrema destra Pierluigi Concutelli e Gianfranco Ferro. Lasciano scritto: «Colpevole di avere, per opportunismo carrieristico, servito la dittatura democratica, perseguitando i militanti di Ordine nuovo».
Vittorio Occorso aveva dedicato gli ultimi anni della sua vita a indagare proprio sulla formazione neofascista romana, riuscendo ad ottenere, nel 1973, lo scioglimento del movimento grazie all’applicazione della legge Scelba che introduceva il reato di apologia del fascismo. Era stata un’operazione di grande perizia giuridica.
Tra le altre vicende, il magistrato era stato il primo a indagare sulla loggia massonica segreta P2.