A Bioglio, nel biellese, nasce un nuovo metodo didattico per l’insegnamento nelle scuole, una sorta di compromesso tra l’eccellente educazione montessoriana e la non meno valida pedagogia Del Bosco: l’asilo nel bosco. Nata da un’idea dall’associazione “L’agricoltura il bosco dei piccoli”, questa nuova realtà è completamente immersa nella natura. Tra alberi secolari e recinti di pecore e asinelli, sono disposti spazi dedicati ai giochi, alle arrampicate, alle corse, a percorsi naturali che favoriscono l’interazione tra il bambino e la natura. Ne esce rafforzata l’osservazione che, per quanto riguarda i bambini, è imprescindibile in ogni concetto di crescita corretta.
Ma questo nuovo metodo educativo permette anche un’ottima osservazione del bambino stesso, la possibilità di vederlo sperimentare l’ambiente, muovere i propri passi, stabilire sicurezze e insicurezze, paure e difficoltà e dunque intervenire facilitando il processo di superamento dei punti critici.
Ogni bambino, infatti, è innanzitutto un essere umano e va dunque considerato nella sua unicità e irripetibilità, con la capacità di scegliere le proprie aree di comfort e scartare ciò che non lo appassiona. Osservarlo operare in stretto contatto con la natura è un’opportunità unica per concedergli spazi aperti, alternative, scelte, e soddisfare al contempo i suoi bisogni fisici ed emotivi. Non a caso l’asilo nel bosco prevede uno spazio di ascolto ed espressione: il cerchio dei pensieri, elemento fondamentale del metodo Steiner, che stimola il bambino a sentire, percepire, esprimere le proprie emozioni e sentimenti condividendoli con gli altri. A dir poco geniale e lungimirante non trascurare un aspetto tanto importante in un’epoca come la nostra dalle enormi difficoltà di espressione emotiva.
Di rilevante importanza anche il rispetto che i piccoli possono imparare con sicura immediatezza nei confronti del rispetto della natura, attraverso un’educazione che, proprio perché aiutata dal contesto in cui viene esercitata, risulta più valida e vincente.
Il contatto con la natura, elemento montessoriano per antonomasia, nell’asilo del bosco non manca di certo; costituisce anzi la base fondamentale del corretto procedere verso altri obiettivi didattici.
Lo scorrere delle stagioni, l’osservazione diretta dei cambiamenti climatici, un lento ma progressivo ritorno alle origini, al principio della nostra storia umana collettiva, chiede una fusione totale con l’ambiente circostante: altro aspetto montessoriano fondamentale che in questo caso viene ancor più valorizzato.
I metodi educativi più importanti hanno sempre sostenuto l’importanza di incoraggiare l’autonomia nel rispetto dei tempi individuali del bambino, naturalmente. Risulta palese che promuovere questa abilità significa porre le basi per un’educazione che trasformi il bambino in un adulto libero e consapevole.
Un ambiente naturale come il bosco offre svariate possibilità di interazione, incoraggia attività pratiche e la soddisfazione che ne deriva a lavoro finito, il superamento delle difficoltà quando si incappa in punti critici con notevoli risultati in termini di autostima.
Altro punto fermo dell’enormità d’insegnamenti che ci ha lasciato Maria Montessori è il valore dell’attesa: come impararlo con immediata efficacia se non immersi in una realtà boschiva? Nelle attività ludiche, nel prendere la parola per esprimere un concetto, per osservare i risultati della preparazione della marmellata, del pane, è necessario attendere i tempi naturali e il proprio turno.
L’ennesima bellezza di questa scuola sta nella facilità attraverso la quale è possibile sentirsi a casa, pienamente inseriti in un contento di familiarità, calore, circondati dalle cure delle maestre ma anche da figure imprevedibili nei contesti scolastici: il nonno. Sì, perché nell’asilo nel bosco è stata introdotta questa novità, un nonno educatore.
Chi è stato educato con il metodo Montessori probabilmente apprezzerà e comprenderà l’importanza di questo progetto.
A Bioglio, non ci si serve del metodo Montessori. Lo si vive.