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Web luogo di insopportabile violenza sulle donne, i dati sono sconfortanti

«Le manifestazioni di odio e la violenza sulle donne si esprimono nella forma del disprezzo, della degradazione e spersonalizzazione, perlopiù con connotati sessuali». Questo quanto riportato nella relazione finale della Commissione su intolleranza, xenofobia e razzismo istituita a maggio 2016 presso la Camera dei deputati. Ed è il web il luogo in cui le donne sono oggetto dei discorsi più violenti e brutali.

I dati Mappe dell’intolleranza di Vox-Osservatorio italiano sui diritti mettono in evidenza un fatto raggelante: su Twitter sono stati postate oltre 1 miliardo di farneticazioni contro le donne su un campione di 2 miliardi complessivi, la metà. Ne è stata tracciata anche la provenienza, con Milano e Roma a spadroneggiare (rispettivamente 8.134 e 8.361 tweet contro le donne). Un fenomeno, quello della violenza sulle donne espressa sulla Rete, che non può e non deve passare inosservato, e proprio per questo sarà protagonista al centro del Convegno internazionale voluto e organizzato dal Centro studi Erickson che si terrà al Palacongressi di Rimini il 13 e 14 ottobre prossimi.

Ma, oltre al discorso legato alla violenza sulle donne, c’è dell’altro che verrà discusso in questi due giorni, ossia l’argomento legato all’esibizionismo mediatico partendo da un preciso assunto: «La diffusione dei social media sembra alimentare un bisogno di visibilità sociale: postare o condividere immagini e contenuti, anche personali e intimi, cercare consensi attraverso i like e via dicendo. Questi comportamenti costituiscono esempi di un esibizionismo mediatico che spinge adulti e minori ad atteggiamenti disinvolti, disinibiti, spesso incuranti degli effetti reali delle condotte on line».

A rafforzare l’evidenza di un fatto innegabile, ci sono anche i dati di un’indagine condotta dall’Osservatorio nazionale adolescenza – sempre nel 2016 – su un campione che comprendeva 7.000 adolescenti italiani. Di questi, il 4% ha ammesso di aver divulgato attraverso Instagram o Facebook foto o video di se stesso in atteggiamenti sessuali e il 10% ha pubblicato foto in atteggiamenti di intimità. Cosa succede? Cosa significa? A questa domanda ha provato a rispondere Natalina Folla, ricercatrice e docente di diritto penale all’Università di Trieste nonché relatrice al convegno di Rimini: «Questi comportamenti, in particolare quando riguardano minori, rientrano in quel più ampio fenomeno di sfruttamento e abuso sessuale ai loro danni che il legislatore, anche alla luce della normativa sovranazionale ed europea, ha definito come nuove forme di schiavitù».

Fra le altre cose, parliamo di Grooming, sexting e revenge porn, facili inciampi propri della Rete e che la stessa Natalina Folla spiega in maniera impeccabile: «Il grooming, ad esempio, si verifica quando gli adulti per mezzo delle tecnologie di comunicazione e informazione, propongono intenzionalmente ai minori, con condotte insidiose, ingannatorie e minacciose, volte a carpirne la fiducia, degli incontri con lo scopo di commettere atti sessuali o a carattere pornografico; il sexting, sempre più diffuso tra i minori e con risvolti giurisprudenziali contrastanti, consiste nell’invio di immagini connotate sessualmente tramite cellulare o internet. La pubblicazione di foto o video intimi e pedopornografici sul web, in genere fatta dopo la fine di una relazione sentimentale o affettiva a scopo di vendetta, colpisce soprattutto le ragazze per mano dei loro ex partner».

Così appare lucida e chiarissima la conclusione della studiosa che ricorda come comportamenti di questo tipo ledano gravemente la dignità delle persone coinvolte in prima istanza, e poi, per quanto i riguarda i minori, ne ostacolino lo sviluppo psicologico, fisico, spirituale, morale e sociale.

Ecco dunque l’importanza degli appuntamenti del Convegno internazionale di Rimini con la prima data da segnare sul calendario, il 13 ottobre a partire dalle 9. Successivamente è da ricordare un altro importante incontro dal titolo “Prima di tutto riconoscerla: la violenza di genere comincia dalle parole che usiamo”. Ancora il 13 ottobre, dalle 14 alle 16, Monica Lanfranco e Nadia Somma introdurranno un altro tema, quello prettamente legato alle donne con “La violenza sulle donne nei media. Strumenti per una comunicazione non sessista”. E poi, ancora, il 14 ottobre dalle 9 alle 11 Elisabetta Kolar e Natalina Folla saranno le relatrici di “Grooming, cyberstalking e revenge porn. Se i social media diventano una minaccia”

 

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Redazione