Qualche giorno fa abbiamo dato notizia della realizzazione di una guida per i migranti (leggi l’articolo), uno strumento “originale” per fornire informazioni sui diritti fondamentali dei migranti e dei richiedenti d’asilo in Italia e in Europa, su come fare richiesta di protezione internazionale, sull’arrivo e sulla prima e seconda accoglienza, sulle pratiche e le legislazioni europee in materia di immigrazione e, soprattutto, sulle modalità attraverso cui muoversi e chiedere aiuto, su chi contattare nelle diverse città italiane.
L’iniziativa è di una rete euro-africana composta da centinaia di attivisti e associazioni che opera dal 2009 in tutta Europa e Africa del Nord per dare un aiuto concreto ai profughi promuovendo la libertà di movimento, l’uguaglianza dei diritti e lottando contro le discriminazioni e le politiche repressive dell’Unione Europea.
Si tratta certamente di uno strumento assolutamente utile per i migranti ma ne consiglio vivamente la lettura a tutte le persone “di buona volontà”. I motivi sono molteplici.
In primo luogo possiamo così misurare la distanza tra i princìpi che solennemente sosteniamo e i comportamenti che mettiamo in atto. A partire dagli assunti della Convenzione di Ginevra (attenzione, la Convenzione di Ginevra è del 1951!) per terminare con gli aspetti quotidiani e concreti dell’organizzazione dell’accoglienza. Tanta distanza da un lato indigna, dall’altro rende ridicoli.
In secondo luogo abbiamo l’opportunità di cambiare punto di vista. Di norma parliamo di rifugiati, richiedenti asilo, migranti dalla parte di chi, con maggiore o minore rispetto delle persone e dei diritti umani, organizza l’accoglienza. Leggendo la guida inevitabilmente siamo costretti ad assumere l’ottica di chi è chiamato a fare i conti con l’Europa e l’Italia. In questo caso potremmo aspettarci invettive sul mancato rispetto dei diritti fondamentali o parole taglienti sulla poca sensibilità umana di tanti occidentali o, al contrario, espressioni commosse di ringraziamento verso volontari, medici, istituzioni. Non è così: troverete il linguaggio freddo e asettico di una guida che ricorda princìpi giuridici, cita norme, fornisce indirizzi e contatti. La guida non dà giudizi ma aiuta la sopravvivenza, fornisce strumenti per tentare di raggiungere i luoghi di destinazione superando gli inevitabili ostacoli sul cammino.
In terzo luogo possiamo comprendere quale sia l’impatto dei rifugiati con la complessità del sistema giuridico e organizzativo che dovrebbe accoglierlo. Da un lato ci sono persone con bisogni primari, stremate da sofferenze inaudite nei Paesi d’origine e durante viaggi inenarrabili; dall’altro norme e procedure inestricabili da affrontare, il più delle volte in una lingua sconosciuta e senza i necessari supporti. Sia chiaro, non è mia intenzione fare appello ai “buoni sentimenti”; le norme esistono e vanno rispettate. La questione è proprio questa: le norme vanno rispettate anche dagli Stati che hanno obblighi precisi e che sono chiamati ad assicurare informazioni, mediatori linguistici e culturali, supporto legale, assistenza medica, condizioni di accoglienza adeguate.
Infine, dopo aver consultato la guida sarà inevitabile chiedersi se il titolo “Welcome to Europe” (“Welcome to Italy” in Italia) si riferisca a una semplice espressione di ospitalità, valida per chiunque metta piede in un Paese straniero o piuttosto rappresenti l’auspicio, la speranza, direi quasi l’invocazione, di chi spera di trovare vera accoglienza dopo tanto peregrinare. Ma è anche inevitabile trovare in queste tre parole un tono “ironico”, disilluso che misura la distanza tra ciò che si immaginava e ciò che si è trovato. La risposta è affidata a chi avrà la pazienza di dedicare qualche minuto alla lettura di questa guida.
Di seguito ne riportiamo il primo capitolo; per consultare il testo integrale cliccare qui.
CAPITOLO 1 – INTRODUZIONE
Dal momento in cui arrivi in Italia e in Europa, hai dei diritti fondamentali che sono sanciti da leggi internazionali, europee e italiane. Tra questi diritti ti segnaliamo i seguenti:
Secondo le normative italiane ed europee attraverso la richiesta d’asilo è possibile ottenere un permesso di soggiorno. La richiesta di asilo può essere fatta da tutti/e e in qualsiasi momento. Il richiedente protezione internazionale (o richiedente asilo) è una persona che ha presentato la richiesta ed è in attesa della decisione sul riconoscimento dello status di rifugiato o di altra forma di protezione. Secondo la Convenzione di Ginevra del 1951 puoi fare la richiesta di protezione internazionale (asilo politico) se hai subito o hai il timore di subire violenze, persecuzioni, minacce e, in generale, violazioni dei tuoi diritti fondamentali nel tuo Paese di origine per motivi legati ad appartenenza etnica, religione, nazionalità, appartenenza ad un gruppo sociale, opinione politica o se il tuo Paese è coinvolto in un conflitto armato internazionale o in un conflitto armato interno o se in caso di rientro nel tuo Paese rischi di essere condannato, ucciso o torturato o di subire in ogni caso un trattamento inumano o degradante. Tieni presente che la povertà, i problemi economici e la tua volontà di cercare lavoro in Italia non sono da soli validi motivi per chiedere protezione internazionale (asilo politico). Una volta formalizzata la tua richiesta di asilo la legge italiana prevede il rilascio di un “permesso di soggiorno per richiesta di protezione internazionale” della durata di 6 mesi e con questo permesso hai diritto a lavorare dopo 2 mesi di regolare soggiorno in Italia. Ricorda che è un diritto di tutti/e fare domanda di protezione internazionale (asilo politico) e puoi farla con la “manifestazione di volontà” cioè dicendo o scrivendo (in una lingua che conosci) che vuoi chiedere asilo politico. Quando chiedi protezione internazionale devi spiegare in breve perché sei in pericolo nel tuo Paese. Leggi bene il CAPITOLO 5 e la SCHEDA N.2
IMPORTANTE! INFORMAZIONI SULL’AGENZIA EUROPEA “FRONTEX” Frontex è l’agenzia europea che si occupa del controllo delle frontiere. L’Unione Europea sta aumentando i fondi per questa agenzia e moltissimi membri di Frontex saranno inviati nei prossimi mesi in Italia e in particolare in Sicilia dove saranno aperti gli “hotspot”, nuovi centri dove probabilmente i migranti appena arrivati in Italia saranno divisi tra coloro che potranno chiedere protezione internazionale (asilo politico) e coloro costretti a farlo solo dopo essere stati detenuti o aver ricevuto il “foglio di via” con il rischio per alcuni di loro di essere rimpatriati o costretti a rimanere in Italia senza un regolare permesso di soggiorno. L’obiettivo di Frontex non è tutelare i diritti umani ma pattugliare e sorvegliare i confini europei ed extraeuropei marittimi e terrestri. In base alle nuove indicazioni europee i membri di Frontex saranno sempre più presenti nei luoghi di sbarco dei migranti (soprattutto in Sicilia) e faranno sempre più spesso domande ai migranti appena arrivati per decidere se considerarli “richiedenti asilo” o “migranti economici”; inoltre le interviste che faranno serviranno per capire meglio i movimenti dei migranti in Italia e in Europa allo scopo di aumentare i controlli e la militarizzazione dei confini. Frontex non ha come obiettivo principali offrirti supporto e non è una ONG ma una agenzia di polizia. Se parli con Frontex, ricorda che loro comunicheranno quello che tu hai detto alla polizia italiana e/o di altri Paesi europei.
IMPORTANTE! Le forze dell’ordine italiane e i membri delle agenzie europee (come Frontex e Europol) potrebbero farti delle domande “trappola” per classificarti come “migrante economico” e non come “richiedente asilo”. Se ad esempio ti chiedono “perché sei venuto in Italia?” e tu rispondi “per lavorare” potrebbero impedirti di chiedere asilo politico. Inoltre da alcune settimane le autorità italiane ed europee stanno utilizzando nei luoghi di arrivo dei migranti – un formulario nel quale non è scritto chiaramente che una delle possibilità dell’arrivo in Italia è la richiesta di asilo mentre sono scritte in maniera chiara le altre opzioni (come “lavoro” e “ricongiungimento familiare”). Prima di tutto ricordati quindi che hai da subito la possibilità di chiedere asilo politico e ricordati di spiegare e/o scrivere brevemente in una lingua che conosci (o con l’aiuto di un traduttore) i motivi per cui non puoi tornare nel tuo Paese e la tua volontà di chiedere protezione internazionale.
IMPORTANTE! Conserva tutti i tuoi documenti personali e ricorda che hai sempre il diritto a comprendere tutti i documenti che ti vengono consegnati, a non firmare documenti che non puoi comprendere e a conservare una copia di tutti i documenti che ti vengono consegnati.
Una questione particolare riguarda le persone che chiedono asilo politico perché fuggono da situazioni di pericolo in un Paese che non è il loro Paese di origine (come Libia o Tunisia). È un tuo diritto chiedere protezione internazionale se ci sono gravi motivi di carattere umanitario cioè se hai vissuto o sei provieni da un Paese (diverso dal tuo Paese di origine) dove sia in corso o sia da poco concluso un conflitto interno o internazionale. In questi casi l’ottenimento di una forma di protezione internazionale è però difficile a causa delle leggi restrittive sia italiane che europee nonostante sia l’Unione Europea (Direttiva 2001/55/CE) che l’Italia (articolo 20 del Testo Unico Immigrazione) prevedano la possibilità di rilasciare un permesso di soggiorno temporaneo per motivi umanitari. Purtroppo però queste leggi non vengono quasi mai applicate quindi è probabile che nel momento in cui verrà esaminata la tua richiesta di asilo verrà valutata solamente la situazione nel tuo Paese di origine e non nell’ultimo Paese in cui hai vissuto o in cui sei transitato.
Se vieni fermato dalla polizia e sei appena arrivato, devi chiedere subito quali sono i tuoi diritti e chiedere un interprete, a prescindere da qualsiasi tipo di domanda e intimidazione, e dichiarare (preferibilmente in lingua inglese o francese) le tue generalità (nome/cognome/data/luogo di nascita) e il fatto che vuoi chiedere protezione internazionale (asilo politico). Ricorda che la tua domanda di asilo non può MAI essere respinta dalla Questura. Se ti impediscono di fare la domanda di asilo scrivi su un foglio le tue generalità, la data e la città dove di trovi e con caratteri grandi le parole: CHIEDO ASILO e la tua firma, e poi fai una foto a questo foglio e mandalo alle associazioni o ai tuoi contatti. Dopo questa dichiarazione dovrai chiedere di contattare un avvocato ed un mediatore (contatta le associazioni nella città in cui ti trovi nel CAPITOLO 6). In ogni caso hai il diritto ad avere un avvocato d’ufficio.
IMPORTANTE! non rispondere alle provocazioni da parte della polizia
IMPORTANTE! quando chiedi protezione internazionale/asilo politico devi specificare i pericoli che corri nel tuo Paese (ricorda che la povertà, la ricerca di un lavoro e i problemi economici o ambientali non sono un valido motivo).