Buone notizie sul fronte del welfare aziendale. Il 62% dei lavoratori italiani manifesta un giudizio assolutamente positivo sull’adozione di programmi di welfare nella propria azienda. A rilevarlo sono i dati della ricerca Doxa-Edenred 2016 sullo stato del welfare aziendale in Italia.
Nello specifico dell’indagine, risulta che rispetto alla fascia di età, la percentuale più alta di fiducia la esprimono i dipendenti compresi tra i 50-65 anni con il 64%. Distanziati di un solo punto percentuale troviamo le fasce d’età più giovani: 18-19 anni e 30-39 anni, con il 63%. La fascia d’età̀ meno entusiasta è invece costruita dai 40-49enni con il solo 60% di indicazione positiva.
Spostandosi poi da una considerazione generale sul valore del welfare aziendale a un’analisi dei piani di welfare attuati nell’azienda di appartenenza, è possibile osservare che la percentuale di valutazione positiva da parte dei dipendenti si attesta al 54%. Segno che la discriminante rispetto a un giudizio più o meno positivo da parte dei lavoratori è l’effettiva qualità e utilità della gamma dei servizi offerti.
La ricerca, inoltre, mette in evidenza che il 55% dei dipendenti è convinto che i piani di welfare all’interno della propria azienda si espanderanno, mentre il 37% ritiene che rimarranno immutati e soltanto l’8% che diminuiranno. Tale percentuale nel 2013 era al 49%. Riguardo alle complicazioni che potrebbero ritardare o ampliare l’affermazione del welfare aziendale, i dipendenti segnalano resistenze di tipo sindacale soltanto nell’11% dei casi. Le difficoltà maggiori congetturate sarebbero più di natura economica (58%), come la crisi del mercato, difficoltà di bilancio ed esigenza di limitare i costi.
Per quanto concerne poi i servizi reputati più interessanti dai lavoratori emergono: le agevolazioni commerciali e i buoni spesa (90%), la flessibilità dell’orario e dell’organizzazione del lavoro (88%) e il welfare contrattuale (84%), con una preponderanza, in quest’ultima macro-categoria della copertura sanitaria estesa anche ai familiari con il 55%. A cui seguono i servizi ai figli dei dipendenti (82%) e i servizi alla persona e ai familiari con il 76%.
Infine, dall’indagine è possibile osservare come i maggiori trend positivi interessano alcune prestazioni che si stanno sviluppando in maniera esponenziale nel tempo come: i servizi per i figli dei dipendenti, attualmente al 45% (erano tra il 3 e 5% nel 2013) e che includono l’acquisto dei libri scolastici, il pagamento delle rette scolastiche e i servizi di orientamento al lavoro; i servizi alla persona, adesso al 28% (erano al 3% nel 2013), come l’assistenza ai familiari anziani e non autosufficienti, e le prestazioni di badanti, colf e baby sitter.