La più grande Compagnia di Assicurazioni italiana – Generali – promuove il Welfare Index PMI, l’indice che misura il livello di welfare aziendale nelle PMI italiane, in collaborazione con Confagricoltura e Confindustria e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il primo Rapporto nazionale 2016 sul Welfare nelle piccole e medie imprese è stato presentato a Roma lo scorso 8 marzo, Welfare Index PMI, una ricerca condotta su 2.140 aziende dei tre settori produttivi: industria, commercio e servizi e agricoltura. L’intento dei promotori è di diffondere la cultura del welfare nelle piccole medie imprese, asse portante del sistema produttivo nazionale che fornisce occupazione all’80% della forza lavoro del Paese.
In particolare la ricerca si propone due obiettivi: analizzare la diffusione del welfare aziendale nelle PMI italiane e avviare il monitoraggio della sua evoluzione; creare e mettere a disposizione delle imprese uno strumento di misurazione individuale, il Welfare Index PMI.
Tra novembre 2015 e gennaio 2016 sono state raggiunte, per telefono e via email, 11.147 imprese. Quelle che hanno compilato il questionario online o risposto all’intervista telefonica sono state 2.140 (industria 1.318, commercio e servizi 627, agricoltura 195 di cui 112 fattorie sociali). In circa il 4% dei casi sono state intervistate le figure di vertice dell’azienda (l’imprenditore, l’amministratore delegato o il direttore generale), nel 74% il responsabile delle risorse umane, nel rimanente 22% il responsabile amministrativo.
“Per esperienza diretta – scrive Philippe Donnet Country Manager & CEO di Generali Italia – migliorare il benessere dei dipendenti, quindi il welfare aziendale, è chiave di successo dentro e fuori l’azienda. In questo contesto, s’inserisce anche il Welfare Index PMI, una nuova iniziativa per diffondere concretamente politiche di welfare aziendale anche nelle piccole-medie imprese. Con il Welfare Index PMI vogliamo stimolare un cambio culturale nelle piccole e medie imprese, con l’obiettivo di valorizzare la centralità del welfare nella vita quotidiana delle aziende, dei lavoratori e delle loro famiglie. Per un’impresa il welfare aziendale può essere un fattore distintivo sul mercato, segno di relazioni industriali evolute, e può favorirne la crescita. Per migliaia d’imprese questo si traduce in maggior benessere socio-economico nel nostro Paese”.
Di seguito proponiamo all’attenzione dei lettori di Felicità Pubblica l’introduzione del Rapporto nazionale 2016 sul Welfare nelle piccole e medie imprese, riservandoci di tornare sull’argomento per esaminare aspetti specifici dell’indagine.
Introduzione
Globalizzazione dell’economia, tensioni sui mercati, pressione fiscale, burocrazia: per competere le aziende debbono necessariamente innovare. Il contesto è reso ancor più complesso per l’impresa dalla crescente necessità di soddisfare i diversi bisogni dei propri dipendenti.
L’azienda è come un ecosistema, all’interno del quale ad agire e a essere protagoniste sono, innanzi tutto, le persone. Investire in loro porta a rapporti solidi e duraturi fra imprenditori e collaboratori, aumenta la fidelizzazione e il senso di appartenenza, incide significativamente sulla produttività.
Tutti importanti ingredienti dell’innovazione. Il welfare aziendale è diventato così una priorità, soprattutto nelle aziende più impegnate sul fronte della responsabilità sociale d’impresa. Inizia a maturare la consapevolezza che l’attenzione al benessere dei dipendenti e della comunità possa diventare un vantaggio competitivo. Renda l’azienda più attraente verso tutti gli stakeholder.
Non solo. Non va trascurato l’impatto che può derivare a livello macro: le iniziative di welfare aziendale costituiscono, anche indirettamente, un sostegno alla competitività economica del Paese. Rafforzano, infatti, la filiera economica del welfare, filiera che è anche un formidabile volano per l’occupazione, la ricerca e sviluppo, il consolidamento delle infrastrutture e la creazione di maggior reddito riconducibile, a monte e a valle, alla cura e al benessere delle persone. Tale “effetto macro” sarà maggiore quante più imprese realizzeranno attività in ambito welfare.
Se è vero che già diverse grandi aziende, operanti nel nostro Paese, mettono in pratica iniziative per il benessere dei dipendenti e delle comunità di riferimento, lo stesso non si può dire per le piccole e medie imprese che occupano, nel loro insieme, l’80% di chi lavora in Italia. Nelle PMI la cultura del welfare aziendale è ancora poco diffusa.
L’iniziativa Welfare Index PMI vuole favorire la conoscenza e la diffusione del welfare aziendale aumentando tra le piccole-medie imprese la consapevolezza dei vantaggi che possono derivarne. Il welfare come strumento per conciliare le risorse limitate con le esigenze delle persone e per creare rapporti di lavoro più attrattivi e solidi, non basati soltanto su uno scambio economico.
Welfare Index PMI, inoltre, valorizza le migliori pratiche già esistenti perché possano essere replicate in altre realtà simili e incentiva, attraverso riconoscimenti pubblici, il consolidamento delle attività di welfare nelle PMI già attive.
L’iniziativa, promossa da Generali Italia, con la partecipazione di Confagricoltura e Confindustria, ha le seguenti caratteristiche:
Il focus sulle PMI
In Italia le imprese con meno di 250 dipendenti rappresentano l’ossatura del sistema produttivo e, come detto, occupano oltre l’80% della forza lavoro. Una maggior penetrazione delle logiche di Welfare Aziendale nelle PMI avrebbe un impatto sociale molto rilevante sull’intero territorio nazionale.
Gli obiettivi dell’iniziativa
Obiettivo di Welfare Index PMI è divulgare la cultura del welfare aziendale tra le piccole-medie imprese, promuoverne la reale applicazione e, quindi, migliorare il benessere del Paese.
Al possibile raggiungimento di questo ambizioso obiettivo concorrono alcuni elementi sottostanti il progetto Welfare index PMI:
A
Il coinvolgimento delle PMI di tutti i settori produttivi: primario, secondario e terziario.
B
La realizzazione di un’indagine quali-quantitativa senza precedenti (2140 aziende intervistate su 10 aree d’intervento in ambito welfare) che fotografa lo stato dell’arte del Welfare Aziendale in agricoltura, industria, commercio e servizi.
C
L’elaborazione di un Indice, sinteticamente espresso con un numero che rappresenta la valutazione dell’azienda rispetto al valore massimo 100 e che tiene conto di tre fattori (ampiezza e contenuto delle iniziative, modalità di gestione del welfare aziendale e coinvolgimento dei lavoratori, originalità e distintività delle attività di welfare nel panorama italiano). L’indice rappresenta un riferimento con il quale la singola azienda può parametrarsi sia nel tempo che rispetto alla categoria di appartenenza. Uno strumento che le imprese possono utilizzare per valutarsi, confrontandosi con le buone pratiche di settore.
D
I riconoscimenti annuali e la visibilità data alle migliori pratiche, grazie ad un importante piano di comunicazione, per favorire un processo di emulazione da parte di altre piccole-medie imprese.
La dinamica prevista
Il Welfare Index PMI sarà aggiornato sia per quanto riguarda le aree di welfare aziendale (oggi sono previste 10 aree: previdenza integrativa, salute, assicurazioni per i dipendenti e le famiglie, tutela delle pari opportunità e sostegno ai genitori, conciliazione del lavoro con le esigenze familiari, sostegno economico ai dipendenti e alle loro famiglie, formazione per i dipendenti e sostegno alla mobilità delle generazioni future, sicurezza e prevenzione, sostegno ai soggetti deboli e integrazione sociale, welfare allargato al territorio), sia per quanto riguarda i soggetti dell’indagine.
Questa flessibilità e la continuità nel tempo (l’orizzonte temporale è di almeno 3 anni) costituiscono una garanzia perché l’iniziativa possa raggiungere i propri obiettivi.
Senza anticipare né commentare i risultati del primo Rapporto, ci limitiamo ad osservare che la fotografia emergente dalla prima indagine suggerisce che c’è ancora molto da fare. E questo, del resto, rappresenta uno dei motivi per cui Welfare Index PMI è stato creato. L’altro, apparentemente più filosofico ma denso d’implicazioni pratiche, è quello di stimolare le istituzioni, e la politica in particolare, nella costruzione di un progetto di sostegno al welfare.
Il Patrocinio della Presidenza del Consiglio al Welfare Index PMI è, in questo senso, già un ottimo viatico.
L’indagine stessa ci rivela, infatti, che ci sono già i semi perché il progetto funzioni (la nutrita partecipazione alla ricerca, l’originalità e ricchezza emerse dalle migliori pratiche).
Ulteriore garanzia, in questo senso, la funzione sociale intrinseca nella mission dei tre promotori. Oggi, il ruolo della rappresentanza significa anche, per Confindustria e Confagricoltura, affiancare le imprese e i territori nella ricerca di nuove vie alla crescita, aggiungendo valore all’iniziativa privata.
Per concludere, è nostra intenzione seguire costantemente e affinare il Welfare Index PMI in relazione all’evoluzione del contesto globale, del welfare e della generatività che il progetto stesso prevede tra i vari attori.
L’intenzione è farne un punto di riferimento e, al contempo, uno strumento di promozione e diffusione del welfare nelle piccole –medie imprese.
Dinamismo, flessibilità, creatività e stretto rapporto con il territorio sono caratteristiche tipiche delle PMI che possono consentire loro di avvicinarsi rapidamente alla nuova frontiera del welfare aziendale: l’innovazione sociale. Mettere le persone al centro e massimizzare il benessere dei propri collaboratori può rappresentare uno stimolo per la produttività dell’impresa e diventare un vero e proprio vantaggio competitivo nella crescente competizione globale.