C’era una volta una balena che non faceva paura.
Fino a qualche mese fa, quando pensavamo a una balena, ci veniva in mente Moby Dick, o quella che aveva ingoiato Pinocchio e Geppetto o ancora la Balena Giuseppina del noto cartone animato degli anni ’80. Poi però qualcosa è cambiato, dalla finzione si è passati alla realtà, e questo gigante del mare ha iniziato a fare paura. Eh già, perché adesso quando si parla di balene non si può non pensare allo sconcertante “gioco” Blue Whale, la pericolosissima catena partita dalla Russia e arrivata purtroppo anche in Italia, che può portare fino al suicido in una lunga ma rapida successione di mosse da compiere.
Ne abbiamo parlato in tempi quasi non sospetti (leggi l’editoriale) e siamo tornati di recente sul tema per dare voce ai consigli delle forze dell’ordine (leggi l’articolo). Oggi vogliamo tornare ad affrontare l’argomento per dare visibilità a un’iniziativa molto interessante che arriva dal Piemonte e che rappresenta a nostro avviso un modo intelligente per superare le paure e sensibilizzare i più giovani.
L’iniziativa si chiama White Whale e nasce su iniziativa di un’insegnante “illuminata”, Valeria Fantino, dirigente delle scuole medie Nino Costa e Canonica di Moncalieri (Torino). L’idea è quella di dar vita a un gioco che esalti la felicità e la gioia di vivere in 50 mosse, contro l’autolesionismo, la tristezza, la solitudine e il suicidio.
La preside ha così “lanciato” il White Whale attraverso delle circolari che sono arrivate in tutte le sue classi con l’obiettivo di stilare le 50 mosse grazie all’aiuto dei suoi studenti.
«Prima della fine dell’anno scolastico gli allievi delle nostre medie scriveranno una classifica dei piccoli passi quotidiani che ci abituano ad amare la vita, ciascuno è invitato ad annotare su una scheda del nostro gioco il suo “gradino” da salire», spiega Fantino. «Abbiamo visto anche alcuni film a cui i ragazzi possono ispirarsi, un esempio per tutti “Il favoloso mondo di Amélie”, ma ciascun alunno può inventare lo step che più gli corrisponde».
La speranza delle scuole torinesi è che il gioco, che verrà poi diffuso su Facebook, possa presto diventare virale tanto quanto – se non di più – il suo antagonista Blue Whale.
«L’intento, ovviamente, non è quello di risolvere o far scomparire i problemi (piccoli o grandi) di ognuno», continua la preside, «ma di offrire un’alternativa positiva alla negatività che aleggia attorno a questo argomento. Molti colleghi denunciano che nelle classi si vedono scimmiottamenti dei primi step del gioco: sono i soggetti più deboli ad avvicinarsi a questa macabra e inquietante finta moda, per mostrarsi eroi agli occhi dei coetanei, senza paura. I fenomeni di autolesionismo non sono nuovi. Prima tendevano ad essere nascosti tirando giù la maglietta, ora il gioco rischia di incitare ad esibire la volontà di farsi male».
Aspettiamo tutti con ansia l’uscita delle 50 mosse e noi di Felicità Pubblica saremo ben lieti di partecipare al gioco e di contribuire alla sua diffusione, affinché le balene non facciano più paura.