Animale domestico? Rinoceronte!
Faceva sorridere, qualche anno fa, lo spot di un gioco da tavola dove il concorrente lanciava una risposta alquanto improbabile. Eppure le cose stanno cambiando e, se da un lato sono sempre di più le persone che scelgono animali “strani” come coinquilini, dall’altro è altrettanto vero che molte specie che un tempo restavano a debita distanza dalla città, ora hanno trovato il loro habitat naturale tra piazze, campanili e vicoli urbani.
E’ quanto fotografa la Mappa dei Big 5 della fauna italiana che popolano 10 città italiane, un documento elaborato dal Wwf in occasione della festa di San Francesco, patrono d’Italia e amico degli animali, e in vista del prossimo evento nazionale Urban Nature di domenica 15 ottobre dedicato alla natura urbana. La manifestazione, organizzata dall’associazione animalista in collaborazione con l’Associazione Nazionale Musei Scientifici (Anms) e con il progetto Csmon-Life, coinvolgerà i cittadini nell’esplorare, conoscere e ‘ri-costruire’, laddove sia assente o poco curata, la biodiversità delle metropoli.
Ma vediamo quali sono i principali animali che si sono abituati a convivere con la presenza dell’uomo e hanno scelto di risiedere proprio nelle città più grandi d’Italia. La lista è lunga e varia e si compone di volpi, gabbiani, scoiattoli, rondoni, pipistrelli, ricci. Ma ci sono anche specie decisamente più selvatiche come istrici, gufi o faine.
Tra i casi più interessanti c’è il granchio di acqua dolce che si nasconde nei canali sotterranei dei Mercati di Traiano a Roma, oppure le centinaia di pappagalli, in particolare il parrocchetto dal collare e il parrocchetto monaco, che vivono tra gli olmi e le magnolie cibandosi di bacche e semi e volando tra le bellezze architettoniche della Capitale. A volare sui tetti di Roma anche il falco pellegrino, che nidifica anche all’ombra dei campanili di Bologna, mentre a Milano una decina di coppie di un altro piccolo falco, il gheppio, abitano tra la Stazione Centrale e la torre di San Siro o sui tetti dell’Ospedale di San Paolo.
Tra gli animali che è più facile incontrare e che non ci fanno quasi più alcuna impressione abbiamo le volpi, i gabbiani, gli scoiattoli, i rondoni, i pipistrelli, i ricci e addirittura il passero solitario che, contrariamente al suo nome, sembra gradire il movimento della città.
Tra le specie più particolari e sorprendenti, invece, c’è il tursiope (la specie di delfino più costiera), facile da avvistare al largo dell’area portuale di Palermo, ma intercettato anche lungo il fiume Arno a Pisa. E che dire dell’elegantissimo fenicottero, che ormai vive e si riproduce negli stagni di Cagliari dove è presente anche un’altra specie estremamente rara, il coloratissimo e cangiante pollo sultano.
Ci sono poi specie della fauna selvatica che vivono nei territori limitrofi alle grandi città e che possiamo considerare in qualche modo legati alla cintura periurbana. Come l’aquila reale, diffusa su Alpi e Appennini, che è possibile avvistare nei cieli delle aree vicino Trento. Anche l’orso bruno è tornato ad abitare il Trentino dopo un progetto di ripopolamento e si può avvistare a pochi chilometri dalla città, mentre le sue incursioni sono sempre più frequenti nei paesini abruzzesi del Parco nazionale. Lo stesso accade per il lupo che frequenta ormai zone periurbane seguendo le sue prede naturali, come il cinghiale e il capriolo: è stato visto nelle colline a ridosso di Bologna, ma anche non lontano da Torino, Parma, Forlì, Lucca, Roma, Ascoli e Matera.
Ad aver scelto la capitale della cultura 2019, Matera, sono anche una ricca colonia di un falco molto raro e scomparso altrove, il grillaio, il più piccolo rapace d’Europa che si nutre di cavallette, coleotteri e insetti vari, così come il capovaccaio, una specie di avvoltoio venerata dagli Egizi per il suo compito di ‘spazzino naturale’, che nidifica non lontano dalla città ed è facile da avvistare insieme alla cicogna nera, altra specie rara.
«Le città sono un grande organismo vivente, seppure artificiale», commenta Donatella Bianchi, presidente del Wwf Italia, «la cui vita è analoga a quella di un ecosistema all’interno del quale noi cittadini condividiamo spazi urbani con molte specie che cercano cibo, luoghi più caldi durante l’inverno o semplicemente rifugio, lontani dai predatori. I nostri palazzi o monumenti sono dei piccoli habitat così come le sponde dei fiumi, i laghetti, gli orti e perfino gli aeroporti. Il fatto che la natura selvatica viva accanto a noi va considerato una fortuna perché questa è alla base della nostra sopravvivenza. Gli animali con cui condividiamo gli spazi urbani sono un segnale del benessere delle città e di noi tutti».
E a noi non resta che alzare lo sguardo dagli smartphone e iniziare ad apprezzare la fauna che si nasconde a pochi passi da noi.