Una guerra che infuria da più di due anni e all’orizzonte nessuna vera possibilità di tregua, la fame che aumenta a dismisura e le malattie che trovano il terreno giusto per attecchire. Ora nello Yemen è epidemia di colera, almeno stando a quanto riferito da due fonti attendibili come il Comitato internazionale della Croce Rossa (Icrc) che ha segnalato 115 morti solo negli ultimi 15 giorni e l’Unicef locale che invece parla di 209 decessi.
Dominik Stillhart, direttore delle operazioni del Icrc nella nazione mediorientale, ha parlato di una situazione gravissima, facendo riferimento a dati che provengono dal Ministero della Salute yemenita in cui è scritto che i casi sospetti di colera sono 8.500, mentre l’Unicef sostiene siano molti di più e cioè 17.000.
Tutt’altro che semplice avere delle stime precise in un Paese in cui molte zone critiche sono chiuse per le organizzazioni umanitarie che vorrebbero attuare interventi di soccorso, cura e prevenzione. Certamente, tutta la stampa internazione converge su alcuni punti e riferisce di una situazione igienico-sanitaria al collasso, tra cumuli di rifiuti e sporcizia che invadono strade, quartieri e persino gli ospedali ormai incapaci di far fronte all’enorme quantità di persone che lamentano i sintomi del colera. Emblematica la dichiarazione di Dominik Stillhart: «Ormai siamo costretti a far sedere quattro sospetti malati di colera sullo stesso letto, alcuni pazienti sono costretti a rimanere all’esterno delle strutture: facciamo passare le flebo dalla finestra».
L’Organizzazione mondiale della sanità si riferisce allo Yemen come a uno dei Paesi – insieme a Siria, Sud Sudan, Nigeria e Iraq – con la più grave emergenza umanitaria al mondo in questo momento. Non a caso ha invitato la popolazione a prestare massima attenzione alla propria igiene personale e a bere acqua, veicolo principale di diffusione delle epidemie, proveniente da fonti controllate e sicure.
Appelli molto sensati, ma che di fronte alla guerra e allo stato di assedio che sta vivendo la popolazione yemenita rischiano di passare inascoltati o, comunque, di fatto, non applicabili.